Scampia, esplode una bomba: sventrata la saracinesca di un bar

La detonazione ha mandato in frantumi anche il parabrezza di un’autovettura parcheggiata nei pressi dell’esercizio commerciale

scampia poliziaUna bomba è esplosa la notte a Scampia, in via Pietro Gobetti, sventrando la saracinesca di un bar e provocando danni all’interno del locale. La detonazione ha mandato in frantumi anche il parabrezza di un’autovettura parcheggiata nei pressi dell’esercizio commerciale.




Il bar risulta intestato ad una donna incensurata sposata però con un noto pregiudicato della zona attualmente detenuto per associazione di tipo mafioso. Sull’accaduto indaga la polizia di stato: la scientifica ha effettuato i rilievi sul posto al fine di ritrovare tracce e indizi utili all’identificazione dei responsabili.

Gli investigatori avrebbero visionato immediatamente dopo il fatto i filmati del sistema di videosorveglianza presente nel bar: un particolare questo che potrebbe favorire notevolmente le indagini. La titolare ha riferito alla polizia di non aver ricevuto nessun tipo di minaccia e di non avere alcuna idea di chi possano essere gli autori del gesto.

Gli inquirenti batterebbero 2 piste: una porterebbe ad un attentato intimidatorio a scopo estorsivo messo in essere dai clan del posto l’altro ad un avvertimento nei confronti del marito della donna che potrebbe far parte di uno schieramento camorristico al momento perdente sul territorio o aver commesso in passato qualche sgarro nei confronti di un pezzo da 90 del sistema all’epoca detenuto e oggi tornato in libertà.

Secondigliano e Scampia: parentesi criminali

Secondigliano e Scampia vivrebbero una parentesi storica oltremodo complessa sotto il profilo criminale: da un lato scontri interni avrebbero indebolito i cosiddetti Scissionisti, ovvero il super clan Amato-Pagano (già colpito da arresti eccellenti e sequestri di beni mobili e immobili) dall’altro si parlerebbe sempre con maggiore insistenza del ritorno sulla scena del super latitante Marco Di Lauro, rampollo di Paolo (alias Ciruzzo ‘o Milionario) che potrebbe dall’estero riorganizzare la cosca fidando su nuovi affiliati e insospettabili fiancheggiatori.

Radio mala mormorerebbe di possibili quinte colonne abilmente inserite da Marco Di Lauro tra gli affiliati dei clan rivali pronte a minare, al momento opportuno, forza e stabilità dei rispettivi gruppi. Un strategia sottile che porterebbe il giovane ras Marco a rimpossessarsi criminalmente parlando di quella che una volta era la roccaforte di famiglia.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.