Burnout, stress e insegnanti: fenomeno in crescita a Napoli e provincia

Velardi: "Occorrerebbe poter contare sul medico competente per prevenire il verificarsi di certi vergognosi episodi"

Burnout insegnanti scuolaBurnout: fenomeno in pericolosa crescita tra gli insegnanti. Con burnout o sindrome di burnout si intende l’esito patologico di un processo stressogeno che interessa, in varia misura, diversi operatori e professionisti che sono impegnati quotidianamente e ripetutamente in attività che implicano le relazioni interpersonali.




Questo fenomeno potrebbe essere la concausa delle aggressioni verbali e fisiche registrate in istituti scolastici di Napoli e della provincia negli ultimi tempi da parte di insegnanti nei confronti degli alunni.

“Il burnout – ha commentato Francesca Velardi, docente primaria e collaboratrice dello staff di presidenza presso un scuola statale di Napoli – è molto presente anche in un lavoro usurante come l’insegnamento. In alcuni casi il docente è costretto a competere con dirigenti scolastici e genitori particolarmente ostili il che complica enormemente il proprio lavoro esasperando l’atmosfera in cui si opera.

Occorrerebbe poter contare sul medico competente per prevenire il verificarsi di certi vergognosi episodi. Un’insegnante in pieno possesso delle sue capacità mentali non toccherebbe mai un bambino. Il problema è che una volta si poteva contare sul medico scolastico pagato dal ministero mentre oggi tale onere ricade sulle scuole, ragion per cui pochi istituti lo fanno.

La violenza è da condannare sempre, soprattutto quanto si parla di minori: per risolvere concretamente la questione occorrerebbe però andare a monte di un fenomeno che rischia di compromettere definitivamente il rapporto tra insegnanti, alunni e famiglie”.

Il burnout e le realtà napoletane e vesuviane

Un messaggio chiaro quello lanciato da Velardi finalizzato alla non generalizzazione di un fenomeno che rischia di mettere in cattiva luce tutto il corpo docente agli occhi delle famiglie. Se poi ci aggiungiamo le realtà napoletane e vesuviane in cui operano molte scuole la questione diventa addirittura drammatica: il sistema combatte da sempre la scuola perché sottrae materiale umano alla camorra.

Campagne di odio generalizzate contro una fondamentale istituzione della Repubblica non sortirebbero altro effetto che favorire enormemente il crimine organizzato. Della serie: tuteliamo i nostri ragazzi salvaguardando la Scuola e senza mai prestare il fianco alla cinica logica di strada, pronta ad approfittarsi di qualsiasi emergenza nelle istituzioni per tornare a fare incetta di giovani vite da impiegare nelle attività criminali.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.