In manette sono finiti: Antonio Amoroso di 23 anni; Gennaro Buonerba di 25 anni; Luigi Criscuolo di 25 anni; Andrea Manna di 40 anni; Vincenzo Rubino di 24 anni.
Tutti sono ritenuti responsabili a vario titolo del tentato omicidio dei minori Mattia Campanile, Taieb D’Andrea e Antonio Napoletano (alias ‘o nannone), commessi il 26 giugno 2015 e dell’omicidio di Emanuele Sibillo, commesso il 2 luglio 2015.
Il provvedimento cautelare trae origine da una lunga e complessa attività d’indagine condotta dalla polizia di stato che ha permesso di documentare la violenta contrapposizione armata tra gli affiliati al gruppo camorristico facente capo alla famiglia Buonerba, autoproclamatisi “I ribelli di via Orazio Costa”, contigui al clan Mazzarella, ed il cartello di camorra composto dalle famiglie Amirante, Brunetti, Giuliano, Sibillo.
Lo scontro ha avuto luogo nelle zone di Forcella, Maddalena, Tribunali, ovvero nel cuore storico di Napoli, da sempre oggetto delle mire della criminalità organizzata grazie ai notevoli introiti economici assicurati attraverso il controllo delle piazze di spaccio e delle estorsioni agli ambulanti e ai titolari di note pizzerie di via Tribunali, e, persino, a parcheggiatori abusivi. (Il testo continua dopo il video)
Sopravvento dei Buonerba dopo l’uccisione di Emanuele Sibillo
Il conflitto tra i 2 gruppi camorristici, come emergerebbe dagli elementi emersi nell’ordinanza, si è concluso con il sopravvento del gruppo Buonerba, proprio grazie all’eliminazione di Emanuele Sibillo, esponente apicale e figura carismatica della coalizione antagonista.
Il gip, nell’emettere il provvedimento cautelare, ha valutato il contenuto di intercettazioni ritenute decisive, riscontrato attraverso videoriprese eseguite nel corso delle indagini ed arricchito dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Maurizio Overa, reo confesso relativamente alla sua partecipazione all’ideazione, deliberazione e organizzazione dell’omicidio, essendosi occupato anche di ospitare i complici presso la propria abitazione.
La tensione nei luoghi sopracitati resta altissima: troppi gli equilibri saltati all’interno del sistema, i tradimenti eccellenti e le continue offensive messe in essere dalle baby gang per delineare con esattezza la geografia criminale nel centro storico di Napoli.
Alfonso Maria Liguori