Le fiamme gialle del I Gruppo Napoli, al termine di specifici accertamenti condotti su delega della Procura Regionale della Corte dei Conti per la Campania, e coordinati dal procuratore Regionale Michele Oricchio, hanno accertato un danno erariale di oltre 1 milione di euro.
Danno derivante dalla concessione in locazione a prezzi talvolta persino simbolici di immobili prestigiosi di proprietà del Mibact e situati all’interno di bellezze come Villa Floridiana, bosco di Capodimonte, Villa Pignatelli, con viste mozzafiato sulla città e sul golfo di Napoli.
L’inchiesta ha inequivocabilmente provato come non solo le amministrazioni pubbliche coinvolte, ovvero Agenzia del Demanio – Filiale Campania, Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il polo Museale della città di Napoli, abbiano nel corso degli anni subito e tollerato la permanenza di determinati nuclei familiari sine titulo nei luoghi sopraelencati ma non solo.
Hanno soprattutto permesso agli occupanti di corrispondere canoni mensili nettamente inferiori al reale valore di mercato delle unità immobiliari con medesime caratteristiche logistico-strutturali, circostanza questa aggravata ancor più dalla ubicazione degli stessi alloggi all’interno di complessi di indubbio pregio storico, artistico e culturale.
Scandalo affitti a Napoli: incondizionato accesso ai parchi annessi
Ovviamente nella disponibilità degli occupanti anche l’incondizionato accesso ed utilizzo delle aree dei parchi annessi. Continua così la lotta della guardia di finanza di Napoli agli sprechi di denaro pubblico: azione finalizzata anche alla salvaguardia dei bilanci degli Enti Locali, il tutto per garantire legalità, equità ed efficienza nella gestione delle risorse pubbliche.
Un vicenda vergognosa, uno schiaffo ai sacrifici di chi magari a prezzo di enormi privazioni per il fitto di un monolocale sito in una zona popolare è costretto a pagare diverse centinaia di euro al mese. La morte della meritocrazia e il trionfo del clientelismo: altro che comunità culturalmente avanzata a Napoli ormai si raggiunge ampiamente l’osceno dividendo i cittadini in chi “può tutto” e chi al contrario deve “subire passivamente tutto”.
Corruzioni e collusioni sono all’ordine del giorno, i ragazzi, anche laureati, emigrano alla ricerca di occupazione all’estero o verso località del Nord Italia avviliti dall’andazzo che da sempre contraddistingue l’argomento impiego a Napoli (se non “appartieni” hai voglia di restare disoccupato).
Poi ogni tanto quasi per caso scoppia lo scandalo dei posti pagati, degli imbrogli nei pubblici concorsi (anche per entrare nelle forze dell’ordine), dei fitti irrisori pagati da gente della “casta” che comanda per abitare in immobili dal prestigio e della posizione logistica oltremodo rilevante. La gente è talmente rassegnata ad assistere impotente a certi scenari miserabili da commentare: “E qual è la novità”.
Ora ci si augura che le istituzioni competenti facciano veramente giustizia perseguendo col massimo rigore i responsabili dell’ennesima beffa nei confronti di migliaia di onesti lavoratori. Della serie: di questo passo Napoli imploderà presto sotto il peso di illegalità, intrallazzi e inefficienze che ormai superano l’umana decenza.
Alfonso Maria Liguori