Parco archeologico

Problemi al Parco Archeologico di Pompei. La Soprintendenza ha comunicato che la notte scorsa, nell’area dei fronti di scavo lungo via dell’abbondanza, si è verificato il cedimento di parte di un tavolato moderno posto a protezione della parte superiore del fronte di scavo.

Non è stato rilevato alcun danno alle strutture archeologiche, né disagi ai turisti essendo l’area già recintata per ragioni di sicurezza.

L’area fa parte dei cosiddetti “scavi nuovi” realizzati nel 1913 dal Soprintendete Spinazzola, quando furono per lo più portate alla luce solo le facciate degli edifici. Tali fronti di scavo sono oggetto del progetto di messa in sicurezza previsto dal Grande Progetto Pompei, i cui lavori partiranno a seguito della imminente firma del contratto prevista per il 24 maggio.

La direzione del Parco Archeologico ha fatto sapere che i lavori di ripristino della struttura sono già avviati col il supporto del personale Ales.

Il precedente

Sempre agli Scavi di Pompei ad inizio mese, nel corso delle operazioni di disallestimento delle sculture di Mitoraj, nei pressi del Tempio di Venere si verificò il cedimento della copertura di chiusura di un tombino odierno, poggiante su struttura in muratura moderna.

Anche per questo episodio la Soprintendenza assicurò che l’integrità delle strutture archeologiche antiche non era stata intaccata.

La polemica

Per Isabella Adinolfi, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, il cedimento è un importante segnale da non sottovalutare poiché l’area interessata  è la stessa oggetto di messa in sicurezza dal “Grande Progetto Pompei.

A tale proposito – fanno sapere gli attivisti pentastellati – non sono bastati i precedenti gravi crolli, l’eco mondiale e la figuraccia che ne sono derivate. Siamo ancora in attesa della “firma del contratto prevista per il 24 maggio 2017” per dare l’avvio ai lavori previsti dal “Grande Progetto Pompei”. Oltre tre anni fa, ci fu il primo cedimento del muro di una bottega su via di Nola, nella Regio V, insula 7, civico 19.

“Il patrimonio culturale italiano, ed in particolare della Campania e delle regioni del Sud, è un bene comune assai prezioso e di importanza unica che deve essere prima di tutto tutelato – dichiara l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle – La lentezza con cui si affrontano i problemi è snervante. In questo Paese la tutela dei nostri Beni culturali é passata in secondo piano ed è drammaticamente a rischio. Stiamo parlando di aree archeologiche che rappresentano la nostra identità territoriale e, da non trascurare, portano milioni di turisti creando un indotto di migliaia di euro a vantaggio dei vari ristoratori, commercianti ed albergatori.”

Nel solo 2016, la sola area archeologica di Pompei è stata visitata da 3.209.089 turisti. Dati in continua e costante crescita. Basti pensare che nel 2009 Pompei poteva vantare “solo” 2.087.559 ingressi.

“Numeri da capogiro per un parco archeologico invidiatoci da tutto il mondo. E cosa si fa? – domanda Isabella Adinolfi – Si recinta e si aspetta la firma. Da Bruxelles, nel corso del mio intervento al Parlamento europeo, ho chiesto maggiore attenzione all’innovazione attraverso la cultura ed ho fortemente criticato i fondi destinati al programma “Europa Creativa”. Ho la sensazione che, non solo in Europa, ma anche in Italia, si destinino troppi soldi per comunicare e troppo pochi per fare qualcosa di concreto. I contratti non ancora firmati sono lì a dimostrarlo”.

Parco archeologico

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