E’ Rossano Apicella il 39enne arrestato questa mattina dai carabinieri della Compagnia di Castellammare di Stabia insieme ai colleghi della stazione di Gragnano. Tra i più potenti narcos dei Monti Lattari, l’uomo è stato nuovamente fermato con l’accusa di rapina aggravata. Era il 5 agosto del 2016 quando, in compagnia di altri tre complici, tentò di rapinare il Banco di Napoli, a Gragnano. Apicella, secondo le ricostruzioni dei carabinieri, doveva rimanere all’esterno dell’istituto di credito per fare il consueto “palo”.
L’operazione di questa mattina
E’ stato proprio lui ad avvisare i suoi complici all’interno dell’arrivo delle forze dell’ordine. Dopo un anno di indagini, comunque, gli inquirenti hanno accertato la sua colpevolezza e notificandogli l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP di Torre Annunziata, hanno dato il via anche ad una perquisizione domiciliare.
Il narcos Rossano Apicella, in compagnia del 23enne arrestato, nascondeva ingenti quantità di droga all’interno della propria abitazione. Protetta da un sistema di videosorveglianza, l’uomo nascondeva marijuana, crack e cocaina. In parte anche il ricavato della vendita delle sostanze stupefacenti. 22 kg di marijuana, però, li aveva nascosti a casa di un suo amico incensurato ma che sono stati prontamente sequestrati. Il narcos dei Monti Lattari, Rossano Apicella, comunque, ha un passato burrascoso.
I suoi precedenti
Nel 2014, le forze dell’ordine gli sequestrarono beni per 600mila euro (varie proprietà tra Castellammare di Stabia e Gragnano, rolex, auto di lusso e vari scooter). Rossano Apicella era considerato dagli inquirenti uno dei maggiori collaboratori del boss Antonio Di Martino, attualmente detenuto. Per lui anche dei rapporti con i D’Alessandro operativi nella zona di Castellammare di Stabia. Oltre al sequestro delle proprietà, gli vennero bloccati anche 143mila euro (divisi in banconote da 5,10, 20 euro) nascoste nella casa della suocera in un pozzetto congelatore e ritenuti provento dell’attività illecita.
L’uomo, inoltre, è stato accusato anche di tentato duplice omicidio. Nel 2014, infatti, per tentare di aumentare la sua sfera d’influenza, provò ad uccidere il fratello del boss Gennaro Chierchia (ucciso nel 2010 essendo l’unico ostacolo presente per l’alleanza tra i D’Alessandro e i Di Martino), Sebastiano, ferendolo con alcuni colpi di pistola. Nell’agguato venne colpito anche un amico di Sebastiano, Francesco Saverio Sorrentino. Il suo progetto criminale fallì e, per questo motivo, si diede alla fuga per poi consegnarsi, qualche giorno prima del sequestro dei beni, al carcere di Poggioreale.