La Scuola e i fondi insufficienti: come si spendono i soldi a Napoli e provincia?

"Credo che l’istituzione Scuola vada tutelata, anche economicamente, in ben altra misura al fine di potenziarne ruolo e concretezza nel processo rinnovativo delle nostre comunità"

scuola fondi europeiLa Scuola e i fondi statali: una questione mai risolta che potrebbe avere ripercussioni negative sulla formazione dei giovani.

Dopo gli ultimi vergognosi casi di violenza su bambini da parte di insegnanti, con tanto di riprese effettuate dalle forze dell’ordine, si torna a parlare a Napoli e nel vesuviano della difficile situazione in cui verserebbero molti istituti statali e dell’eterna questione degli scarsi mezzi forniti dallo Stato ai rispettivi plessi.




“Tocchiamo – ha dichiarato Francesca Velardi, docente di scuola primaria in una zona ad alto rischio di Napoli – un tasto dolentissimo. I fondi statali sono largamente insufficienti, ed i tanto decantati fondi Europei (anche i fondi Regionali sono comunque fondi Europei che transitano per la Regione) hanno un vincolo di destinazione d’uso che impedisce alle scuole di spenderli per quello di cui ci sarebbe più bisogno.

Credo che l’istituzione Scuola vada tutelata, anche economicamente, in ben altra misura al fine di potenziarne ruolo e concretezza nel processo rinnovativo delle nostre comunità. Il tutto attraverso una rete tra Scuola ed extrascuola (associazioni culturali, cooperative sociali, fondazioni ed associazionismo vario) che coordini le attività formative per i minori secondo un percorso che vada nella stessa direzione e che soprattutto coinvolga e supporti le famiglie in un momento storico così delicato.

Occorrerebbe procedere con la stipula di Protocolli di Intesa ed Accordi di Rete, poi con richiesta di accesso ai Fondi Europei destinati alle Politiche Sociali”.

Il rapporto tra Scuola e Stato

Chiare le coordinate tracciate da Velardi per ottimizzare un rapporto, Scuola-Stato, già in passato oggetto di controversie e polemiche tra genitori, docenti e dirigenti scolastici. Il problema è anche quello delle specifiche competenze: spesso si tende a confondere i ruoli creando caos nella comunicazione tra famiglie ed istituti scolastici a tutto danno degli allievi.

Occorre comprendere, una volta per tutte, quale delicato ruolo la Scuola ricopra in realtà abbandonate per troppo tempo a se stesse, con un tasso di criminalità altissimo e una dispersione sociale ai limiti dell’inverosimile.

Un tema da trattare con grande competenza e attenzione per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione e facilitare l’intesa tra famiglie, insegnanti, dirigenti scolastici e alunni. Della serie: tutelare la Scuola in nome del vivere civile, del diritto alla qualità d’istruzione delle nuove leve e della legalità.

Alfonso Maria Liguori

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