Imperiale e Matacena: non c’è la ratifica sull’estradizione dagli Emirati. Scatta l’interrogazione

"Le autorità giudiziarie italiane hanno più volte segnalato come gli Emirati rischino di diventare una sorta di porto franco per latitanti italiani e riciclatori internazionali"

dubai imperiale matacenaRaffaele Imperiale, narcotrafficante condannato a 18 anni di reclusione; Amedeo Matacena, ex deputato condannato per concorso esterno in associazione mafiosa. Legati dal fatto che attualmente si troverebbero, da latitanti, negli Emirati Arabi e in particolare a Dubai, beneficiando della mancata ratifica del trattato di estradizione, bloccato da mesi in Consiglio dei Ministri.

Nelle scorse ore il deputato del Partito Democratico Davide Mattiello ha presentato un’interrogazione al Governo nel merito, nel giorno della memoria della strage di Capaci.




“Depositiamo in Commissione Esteri – ha detto Mattiello – una interrogazione sulla vicenda della mancata ratifica del Trattato di cooperazione giudiziaria e di estradizione tra Italia ed Emirati e in particolare sulla latitanza del già deputato Amedeo Matacena, in coerenza con la risoluzione che venne approvata in Commissione Giustizia a fine ottobre 2016.

Riteniamo che la memoria di Falcone, Morvillo, Montinaro, Schifani, Dicillo si debba onorare facendo al meglio il proprio dovere: in questo caso crediamo che non sia più sopportabile il ritardo nella ratifica di questo Trattato, proprio in considerazione del moltiplicarsi di vicende giudiziarie che portano a considerare gli Emirati una sorta di ‘zona franca’ per i delinquenti italiani che vogliano sottrarsi alla giustizia del nostro a Paese. Auspichiamo che il Governo proceda senza più indugi”.

Imperiale e Matacena: storie di latitanti

“La presenza di latitanti in quei territori, purtroppo ad oggi, non è affatto diminuita, – si legge nel testo dell’interrogazione – e gli ultimi clamorosi fatti di cronaca accrescono la necessità e l’urgenza di una piena e completa operatività dell’accordo.

Il riferimento è, in ordine di tempo, prima all’individuazione negli Emirati di Cetti Serbelloni, che deve scontare una condanna definitiva per aver evaso tasse in Italia per circa un miliardo di euro, poi al ritrovamento di due opere di Van Gogh rubate ad Amsterdam nel 2002, riconducibili ad attività di riciclaggio del narcotrafficante Raffaele Imperiale, lui pure individuato negli Emirati.

Si tratta di fatti che si aggiungono all’ormai da tempo noto caso dell’ex parlamentare Matacena, condannato in via definitiva a tre anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa nella fattispecie di ’ndrangheta e delinquenti dediti al riciclaggio internazionale come messo recentemente in evidenza dalle inchieste napoletane contro la camorra (…).

Le autorità giudiziarie italiane, che si occupano di casi legati alle richieste di estradizione da quel Paese, hanno più volte segnalato come gli Emirati rischino di diventare una sorta di porto franco per latitanti italiani e riciclatori internazionali: diverse associazioni e personalità che si battono per la legalità e gli organi di informazione più volte si sono occupati della vicenda, con prese di posizione, servizi, inchieste, reportage e campagne”.

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