Secondo quanto emerge dalla relazione, la commissione (composta da Leone, Di Martino, Sarnataro e Cannavale) ha deciso di escludere la manifestazione d’interesse presentata dall’Ati di Napoli per due ragioni fondamentali: la messa in liquidazione di una delle società che formava il gruppo imprenditoriale e un progetto ideato difficilmente realizzabile, soprattutto dal punto di vista finanziario.
In particolare, l’Ati era composta da tre società: Imit Immobiliare Spa (capogruppo), General Service Srl, e la Ciliegina Srl. Una di queste, la General Service, è stata messa in liquidazione. Inizialmente la commissione aveva comunque accettato l’offerta presentata dall’Ati ma, in un secondo momento, è tornata sui suoi passi. Ciò che ha determinato però maggiormente l’esclusione è il progetto presentato dalle aziende napoletane. Quest’ultimo non era connotato da puntuali specificazioni inerenti alla fattibilità degli interventi e delle azioni proposte, oltre che alla relativa sostenibilità sotto il profilo finanziario. “La manifestazione d’interesse per tutto quanto rappresentato è qualificata non idonea e viene pertanto esclusa nel merito” conclude la commissione.
Quale futuro adesso per le Antiche Terme?
Non si conosce ancora il futuro delle Antiche Terme e come intenderà proseguire l’amministrazione comunale. Pannullo, nella giornata di ieri, si era detto “soddisfatto” per l’offerta presentata dall’Ati di Napoli ma l’esclusione ha destato molto stupore. Per l’approvazione di questo project financing, la maggioranza ha dovuto superare molte difficoltà soprattutto in consiglio comunale quando i termali si opposero con forza all’approvazione. In quella occasione il presidente dell’assise Eduardo Melisse ordinò lo sgombero dell’aula nonostante la disapprovazione dei dipendenti. Oggi, comunque, parte la mostra fotografica nel complesso delle Antiche Terme. Che futuro attenderà il complesso dopo il 28 maggio? Al momento non è lecito saperlo.