La nota è stata diffusa il 18 maggio scorso alle ore 10 circa. “E’ stata rilevata – si leggeva nel comunicato – nella notte di ieri (quindi tra il 17 e il 18 maggio, ndr) l’assenza di una delle 4 borchie in bronzo applicate su una riproduzione della porta di Torre Satriano, in esposizione nella mostra ‘Pompei e i greci’ allestita nella Palestra grande degli Scavi di Pompei”.
Eppure da alcune testimonianze fotografiche emergerebbe l’assenza della borchia già dal 15 maggio scorso, ovvero 3 giorni prima della segnalazione della scomparsa. L’area in cui si trovava l’oggetto, infatti, è stata fotografata e pubblicata su Instagram proprio il 15 maggio: come si può vedere dalla foto le borchie sono 3 e non più 4. Che è successo?
I quattro reperti erano applicati su una riproduzione della porta di Torre Satriano. Bisogna ricordare che i carabinieri e la scientifica sono intervenuti nel sito archeologico solamente il 18 maggio. E’ possibile quindi che la borchia fosse sparita già dal 15 maggio se non prima?
E se così fosse com’è possibile che per 3 giorni nessuno si sia accorto della mancanza del prezioso reperto archeologico? C’è qualcosa che sfugge, qualcosa che non è chiaro. Mica Pompei starà diventando una sorta di “porto delle nebbie” dove è difficile vedere anche quello che dista pochi metri dai propri occhi?
Molte le fatalità e i problemi che si stanno verificando negli ultimi tempi: si spostano le
statue di Mitoraj e crolla un tombino, moderno, dicono; cedimento di parte di un tavolato moderno posto a protezione della parte superiore del fronte di scavo; i mezzi che circolano negli Scavi lasciano macchie di olio sul basolato antico.
Scavi di Pompei: problemi “sottostimati”?
Problemi simili o quasi simili si verificavano anche prima. Se quelli erano gravi, questi perché sono così “sottostimati”?
Si tratta di una borchia del diametro di 7,3 cm, della seconda metà del VI –inizi del V sec a.C. proveniente dal Museo archeologico nazionale della Basilicata Dinu Adamesteanu di Potenza, il cui valore assicurativo è di 300 euro.
“La borchia era, come le altre tre, avvitata sul pannello espositivo e coperta da lastra trasparente di protezione pertanto la rimozione del pezzo deve aver richiesto un tempo necessario a evitare i controlli. – aveva dichiarato il direttore generale Massimo Osanna – L’edificio, inoltre, è di giorno presidiato da personale Ales e di notte sottoposto a videosorveglianza, oltre ad essere dotato di sistema di allarme”.
Siamo in attesa di quanto vorrà comunicarci la Soprintendenza.