Scuole italiane e scuole europee a confronto: un rapporto scandito da impostazioni strutturali, ritmi operativi e risorse spesso profondamente diversi.
“L’Italia, assieme alla Francia – ha spiegato Francesca Velardi, docente di scuola primaria presso un istituto statale di Napoli – presenta un sistema scolastico fortemente accentrato, cioè con direttive e contenuti a livello centrale.
Un esempio di decentramento è rappresentato dalla Gran Bretagna: le autorità scolastiche locali (Lea) gestiscono i fondi per l’Istruzione, pagando lo stipendio ai docenti, e finanziando la manutenzione degli edifici scolastici. In Germania esiste una formazione professionale affidata alle imprese, con contratti privati stabiliti tra impresa e studente apprendista.
In Italia esiste l’alternanza scuola-lavoro, che consiste in un tirocinio non retribuito che lo studente effettua presso privati o Enti (presso l’Università di Palermo l’apprendistato è finanziato dai fondi europei)”.
Il rapporto tra scuole e istituzioni
Velardi pone poi l’accento sull’attenzione dedicata dall’Europa al rapporto tra istruzione e costi sottolineando le ripercussioni di tale connubio sull’occupazione giovanile e sullo sviluppo sociale dei Paesi: “In Europa una politica sull’istruzione e sui relativi costi è diventata fondamentale, poiché ogni stasi si traduce in un rallentamento sociale ed economico dell’occupazione giovanile.
La tendenza generale degli ordinamenti scolastici europei è quella di far si che la scuola possa evolversi e rispondere alle reali esigenze di mercato ed al background culturale del paese di riferimento. Si cerca di attuare strategie per prolungare l’età dell’obbligo (in Italia è 16 anni, in Belgio e Germania 18 anni): la programmazione didattica mira a potenziare in special modo le competenze linguistiche e logico-matematiche”.
All’Istituzione Scuola il compito delicatissimo di formare le nuove leve in un momento storico drammatico per l’Europa: attentati terroristici e manifestazioni violente, che ultimamente hanno colpito proprio i giovani, dimostrano l’importanza di creare uno strato culturale di tolleranza e aggregazione che da un lato preservi le identità nazionali e dall’altro promuova principi di pace nelle coscienze di chi erediterà questo mondo.
Alfonso Maria Liguori