Istituzione Scuola e formazione dei docenti: un argomento delicato più volte in passato oggetto di confronto con le altre realtà europee. “C’è una politica della formazione – ha dichiarato Francesca Velardi, docente di scuola primaria presso un istituto statale di Napoli – carente nel Sud Europa e più attenta nei paesi dell’Europa Settentrionale.
Negli interventi formativi manca però un focus centrale con direttive precise (tranne che per la Francia, che ha dedicato un piano di finanziamento mirato alla formazione su precisi obiettivi). In Italia la formazione dei docenti è diventata obbligatoria con la Legge sulla Buona Scuola 107/2015, e relativi decreti attuativi. Siamo pertanto all’inizio di questo nuovo iter, e pertanto mancano ancora direttive precise”.
Un rapporto quello tra gli alunni e gli insegnanti spesso influenzato dalla qualità della formazione riservata al corpo docenti: formazione che può variare notevolmente nei vari paesi europei e che continua ad essere soprattutto in Italia oggetto di confronto tra le parti in causa.
Un certo numero di ore certificate per chi opera nella scuola
“Finora il discorso formazione era lasciato al singolo docente, da quest’anno invece gli insegnati debbono conseguire un certo numero di ore certificate (a livello di sperimentazione sono per il momento 25 all’anno).
Il percorso si presenta ancora lungo e da definire, ed in qualità di docente posso attualmente rilevare che spesso non vi è corrispondenza economica e stipendiale tra un docente formato e titolato, con alle spalle anche più di una laurea, master, specializzazioni, dottorati ecc., e un docente che non ha ritenuto indispensabile continuare nel discorso formativo. La formazione va intesa come ‘life long learning’, ovvero aggiornamento permanente.
E’ chiaro che se un docente consegue dei crediti formativi obbligatori nel campo della didattica, legislativo, digitale e quant’altro, la sua posizione professionale può essere equiparata a quella di tanti professionisti che maturano obbligatoriamente gli Ecm, ed in questo caso si potrà parlare di merito e di giusto aumento della posizione stipendiale. Ma, per il momento, una certa parte della categoria docenti è contraria al discorso formazione”.
Alfonso Maria Liguori