Vincenzo Staterini, 50 anni, e il figlio Emanuele, 30 anni, sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco mentre erano nella tabaccheria in corso Campano.
Padre e figlio stavano giocando alle slot-machine quando ha fatto ingresso nel locale un uomo con volto coperto da casco integrale.
Ma il killer non era solo, all’esterno un complice era con lui, con la stessa copertura al viso, che attendeva il complice a bordo di uno scooter.
I precedenti di padre e figlio freddati a Giugliano
Seguita fin da subito la pista camorra. Infatti padre e figlio Staterini avevano un curriculum colmo di precedenti penali per associazione per delinquere di stampo camorristico.
Vincenzo Staterini era imparentato con il boss del Rione Sanità Patrizio Vastarella. Negli anni ‘90 era stato un componente del gruppo di fuoco dei Vastarella.
Nel 1999 era tra i componenti di un commando che attaccò i rivali del clan Misso in via Fontanelle, lasciando sul terreno un morto e tre feriti.
E se il padre era esperto della rapina, fu la mente del colpo al Banco di Napoli di Mondragone, non da meno era il figlio.
Emanuele Staterini fu arrestato insieme ad altre tredici persone nel 2012, era specialista nelle rapine in banche e nei cavalli di ritorno, era abituato a uscire con fucili a canne mozze.
“Non si può ancora affermare, però, che il duplice omicidio sia un riflesso della guerra dei clan in corso al Rione Sanità – dice all’ANSA il Questore di Napoli Antonio De Iesu – certo c’erano legami di parentela con i Vastarella, ma il territorio di Giugliano vede la presenza forte di un clan organizzato come quello dei Mallardo e bisogna indagare su altre ipotesi.
Non c’ è dubbio che si tratti di un duplice omicidio di camorra, ma è presto per indicare un movente”.