Pizzo e violenza, commercianti costretti a chiudere: arrestati sei affiliati al clan Nappello

Taglieggiavano con efferatezza imprenditori e commercianti e, talvolta, anche i loro dipendenti, avvalendosi del metodo intimidatorio

pizzo clan nappello napoliPizzo e violenza, commercianti costretti a chiudere: arrestati sei affiliati al clan Nappello. La polizia di stato del commissariato Scampia in sinergia con i poliziotti della squadra mobile di Napoli, dopo un’articolata indagine tesa all’individuazione dei soggetti operanti nel territorio di Miano nel campo delle estorsioni, collaborati da agenti del Reparto Prevenzione e Crimine Campania, hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dalla Dda di Napoli.




Gli indagati sono Alessio Peluso di 24 anni, Gennaro Ruggiero di 48 anni, Luigi Mango di 24 anni, Gianluca Annunziata di 26 anni, Francesco Altera di 36 anni e Giuseppe Carrano di 30 anni, tutti pregiudicati e affiliati al gruppo camorristico dei Nappello, attivo nel quartiere.

Le investigazioni, sostenute dalle risultanze di attività tecniche e dalle immagini estrapolate da telecamere appositamente installate, hanno consentito di ricostruire il modus operandi degli estorsori, che taglieggiavano con efferatezza imprenditori e commercianti e, talvolta, anche i loro dipendenti, avvalendosi del metodo intimidatorio tipico delle consorterie criminali di stampo camorristico.

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Qualcuno dei taglieggiati che si è visto costretto a corrispondere agli arrestati somme a titolo di regalo ha dovuto finanche chiudere l’attività per timore di ritorsioni in suo danno, non riuscendo a corrispondere ulteriori dazi imposti dall’organizzazione.

I poliziotti durante le perquisizioni, nella casa di Annunziata, hanno trovato un pitone di grosse dimensioni, custodito all’interno di un terrario, illecitamente detenuto. Il rettile è stato sequestrato ed affidato ad apposita ditta. Gli arrestati sono stati tutti associati alla struttura circondariale di Secondigliano.

Continua incessante da parte delle forze dell’ordine e della magistratura la lotta all’odioso fenomeno del racket: in tal senso determinante appare il contributo dei cittadini che, stanchi di subire, stanno denunciando alle autorità intimidazioni a scopo estorsivo messe in essere da un sistema sempre più spietato nei confronti di chi onestamente gestisce un’impresa o un’attività commerciale a Napoli e nell’hinterland.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.