Sei omicidi in due giorni, il sindaco di Napoli: “Il Governo non si è impegnato”

Si difende il Ministro dell'Interno: "Abbiamo fatto da sempre la nostra parte e proseguiremo senza sosta"

napoli omicidi camorra“Le armi non le possono andare a prendere i sindaci o i parroci, ma le forze dell’ordine e la magistratura che qui a Napoli lavorano bene e con sacrifici enormi. Il problema è che non c’è stato quel rafforzamento qualitativo e quantitativo di energie per cui il Governo si era impegnato”.

Duro il commento del sindaco di Napoli Luigi de Magistris sugli ultimi fatti di sangue registrati a Napoli e nell’hinterland. 6 morti ammazzati in 2 gironi: cifre da bollettino di guerra.




“Il controllo del territorio – ha precisato de Magistris – è fondamentale e proprio per questo ritengo che siano necessarie più risorse sia umane che materiali. Lo Stato deve fare di più e mantenere quanto paventato tempo addietro per l’affermazione della legalità e la tutela dei cittadini”.

Immediata la reazione alle parole del sindaco di Napoli del Ministro della Giustizia Andrea Orlando: “Il governo è sempre stato attento ai problemi di questa città e certamente continueremo a lavorare in questa direzione. Abbiamo fatto da sempre la nostra parte e proseguiremo senza sosta”.

“Senza sicurezza non può esserci sviluppo. Napoli oggi ha bisogno dell’una e dell’altro”. Queste le parole di Francesco Cacciapuoti, componente del consiglio direttivo Confapi Napoli. “Fa bene il sindaco Luigi de Magistris ha continuato Cacciapuoti – a chiedere più uomini e mezzi per contrastare l’arroganza della criminalità. La sicurezza, in tutte le sue articolazioni, è oggi un requisito fondamentale per la crescita di un territorio. Se non c’è sicurezza, mancano anche gli investitori e l’economia ne risente.

In città ci sono straordinari investigatori che però risentono della mancanza di risorse e dei tempi lunghi che la burocrazia impone per l’invio di strumenti di supporto. All’economia napoletana e al Sud Italia, più in generale, servono sì le leve fiscali ma serve anche e soprattutto la certezza di operare in un contesto sotto controllo”.

Una cosa è certa: Napoli è tornata a vivere l’incubo degli anni bui delle guerre di camorra, quando la Nco di Raffaele Cutolo era in conflitto con la Nuova Famiglia. Ci si augura che il governo centrale prenda atto in tempi utili della portata di un’emergenza che rischia di compromettere definitivamente l’immagine e la vivibilità della capitale del Mediterraneo.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.