Potrebbe sembrare che la si abbia con Lettere, che ci sia un fondo di accanimento verso questa amministrazione, quella al timone, e che si intenda fornire una forma di visione unilaterale tutta improntata sulle pecche, a modesto avviso di chi scrive, collezionate nell’ultimo periodo dalla gestione Giordano.

Ma così non è. Il punto di vista di chi scrive è meramente critico e neutro. Vivo, grazie a Dio; mi muovo, grazie a Dio; osservo, grazie a Dio e ho la possibilità di mettere in fila quattro parole abbastanza ben articolate e di renderle pubbliche a mezzo stampa.

Se fossi più cinica, potrei addirittura aspettarmi dei ringraziamenti poiché evidenzio delle sbavature nella gestione amministrativa corrente e, con la stessa naturalezza, rendo palesi delle leggerezze che nella campagna elettorale potrebbero costare un posto al municipio.

Tutte situazioni che naturalmente sfuggono e non dipendono direttamente ed esclusivamente da chi rischia la fascia di primo cittadino.

Il fatto è molto semplice. A Lettere si vota, ormai siamo in febbre da urne e spoglio.

Pochi giorni fa si scriveva del poco o nulla dire su progetti, programmi, piani. Tutti i capoversi che dovrebbero affollare un dépliant. Da qualche giorno ho potuto registrare un cambiamento al 50%. Abbiamo i nomi e i visi. Adesso abbiamo anche qualche santino elettorale ma abbiamo, almeno me medesima, una visione a metà.

Forte del mio dovere di informarmi, l’ho fatto. Mi sono informata. Basta articoli da impudente? Bene, lo posso fare. Mi attivo, chiedo che cosa intendono fare i due candidati per Lettere, apportare migliorie, servizi per la cittadinanza e tutto ciò che serve a rendere entrambe le candidature forti. Intendo leggere ogni punto e apprendere quel tanto che probabilmente mi è sfuggito. Così se per il candidato Lembo è stato più semplice, avendo lui tappezzato la sede del comitato con le frasi dei pilastri della sua candidatura, per l’uscente Giordano non sarebbe manco corretto scrivere di mia ardua impresa nel reperirmi il sufficiente a comprendere quali idee abbia per questi futuri cinque anni laddove venisse rieletto.

La ricerca del programma elettorale a Lettere

Mi reco presso il comitato, domenica tardo pomeriggio, poco prima del coprifuoco dato dall’ultima partita del Napoli.

Io: “Buonasera, avete un programma elettorale del candidato?”

A, B, C, più o meno assieme: “Cos’è il programma?”

Io: “L’elenco delle iniziative pensate per Lettere da realizzare nei prossimi cinque anni”

A, B, C confusamente: “No, non lo abbiamo”

Io: “Forse non lo avete stampato al momento…”

A, B, C: “Sì, lo avremo”. Certamente, come si suol dire, mi mannavano a accattà ‘o ppepe e ‘o tozzabancone, assieme.

E’ probabile che se giocassi di mouse e clic su Facebook riuscirei, potrei trovare ciò che cerco. Ma votano anche cittadini non proprio avvezzi alla tecnologia; si dovrebbe arrivare a chiunque in maniera semplice.

Il programma elettorale è una sorta di menu à la carte, con ogni pietanza necessaria per ingolosire un palato affamato di sapori e contrasti. E’ quanto serve per far scattare nell’elettore il più pulsionale dei “sì, lo voglio”. Il programma elettorale è un corteggiamento e come tale ha delle pompature destinate a sgonfiarsi allorquando il rapporto tra corteggiatore e corteggiato quaglia.

Nelle due mattine successive mi sono nuovamente recata in comitato, trovando le porte chiuse ma non ci si arrende.

Siamo con voi, aiutateci ad aiutarvi. Fatevi votare non perché siamo gli amici, i parenti, i conoscenti, i complici di marachelle. Fatevi votare perché si crede in voi.

Anna Di Nola

 

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