Legalità e Scuola: un binomio indissolubile soprattutto in realtà ad alto rischio come Napoli. Sei morti ammazzati in 2 giorni, questo il bollettino di guerra di una camorra scatenata che colpisce ormai ovunque sul territorio e a qualsiasi ora del giorno.
Occorre puntare sulla prevenzione, sulla scolarizzazione e sull’efficace repressione come ha precisato il prefetto di Napoli Carmela Pagano: “Arriveranno presto nuove unità dell’ordine in città per garantire la pubblica sicurezza e sarà costituito il Comitato Metropolitano di sicurezza per coinvolgere anche le amministrazioni dell’hinterland partenopeo.
In tal senso l’Istituzione Scuola ricopre un ruolo fondamentale nella formazione dei giovani che devono apprendere per poter costruire in modo libero e positivo il proprio avvenire allontanandosi dalle perverse logiche di strada”.
“In base alle nostre informazioni mi sento di dire che non ci troviamo di fronte ad una nuova faida – ha precisato il Procuratore Aggiunto di Napoli Nunzio Fragliasso – occorre mantenere la massima attenzione in una lotta al crimine organizzato che deve vedere impegnati sul campo tutti i cittadini e le istituzioni nel rispetto dei ruoli e delle competenze specifiche”.
“Da sempre ci adoperiamo – ha replicato Francesca Velardi, docente primaria presso una Scuola Statale di Napoli situata in una zona ad alto rischio criminale – per offrire ai ragazzi il massimo supporto non solo sotto il profilo nozionistico ma soprattutto da un punto di vista morale e umano.
Spesso occorre entrare pienamente in sintonia con gli allievi per capirne malumori, disagi e difficoltà ad interagire con i coetanei. Un lavoro che necessita della massima professionalità da parte del personale docente: ecco perché appare fondamentale potenziare le risorse economiche destinate agli Istituti Scolastici Statali per favorire le attività di laboratorio, i progetti e consentire nel contempo agli insegnanti di aggiornarsi costantemente per offrire un contributo sempre qualitativo alla causa.
Un buon docente deve essere innanzitutto in grado di immedesimarsi nelle realtà in cui vivono i bambini più esposti alle insidie della strada per riuscire a cogliere in tempo la richiesta d’aiuto che i più piccoli troppe volte soffocano per paura magari di ritorsioni familiari”.
Alfonso Maria Liguori