Sedici anni di carcere per Walter Mallo, boss del rione Don Guanella di Napoli

Mallo è in detenzione dal maggio del 2016. È finito in manette nel momento più violento della faida tra i suoi fedelissimi i ed il clan Lo Russo

walter mallo boss napoliSedici anni di carcere, in primo grado, per il boss del rione Don Guanella Walter Mallo: accolta la richiesta del pm Parascandalo della Dda di Napoli. Il mese scorso il giovane criminale era stato raggiunto in carcere da una nuova ordinanza di custodia cautelare per una presunta estorsione a Villaricca.

Mallo è in detenzione dal maggio del 2016. È finito in manette nel momento più violento della faida tra i suoi fedelissimi i ed il clan Lo Russo. Capace di creare un’alleanza tra i “Barbudos” della Sanità (Esposito-Spina-Genidoni) e i “ribelli” del rione Traiano (Lazzaro-Basile), era riuscito a scampare ad un agguato nella zona di Capodimonte.




Nell’occasione rimase uccisa una donna anziana, violentemente investita dai killer in fuga. L’arresto di Mallo era giunto proprio mentre progettava vendetta per l’attentato subito. Tatuaggi, allevamenti di serpenti e citazioni tratte da frasi celebri di Che Guevara caratterizzerebbero il ras del rione Don Guanella indicato dagli inquirenti come esempio classico dell’ultima generazione di camorristi.

Ormai non ci sarebbero dubbi: a Napoli e nell’hinterland sarebbero saltati tutti i vecchi equilibri malavitosi. Complice il pentimento di capi e eccellenti della camorra come i Lo Russo di Miano (alias i “Capitoni”) il territorio sarebbe attualmente interessato da 2 conflitti di mala, uno per la conquista del centro storico di Napoli da parte dei Mazzarella (provenienti dalla periferia orientale) che di comodo avrebbero stretto alleanze con baby gang della zona e l’altro mosso dalla Cupola di Secondigliano contro quello che resta del clan Lo Russo, al fine di annientare gli ultimi fedelissimi dei Capitoni e inviare un chiaro segnale ai ras pentiti, tra cui Carlo Lo Russo, perché non coinvolgano nelle loro rivelazioni ai giudici elementi apicali della mala di Secondigliano.

Una situazione incandescente che rischia di compromettere definitivamente la qualità di vita degli onesti napoletani già terrorizzati dall’idea di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.