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Cultura, civiltà e cambiamento: Antonio Ziveri per progettare il futuro di Torre Annunziata

“Ho deciso di scendere in campo per la prima volta nella vita per portare il mio modesto contributo, in termini di progettazione, alla città, accettando l’invito degli amici della lista 3C (Cultura, civiltà, cambiamento) con Vincenzo Ascione sindaco”.

A parlare è Antonio Ziveri, nato a Torre Annunziata, 54 anni, sposato con due figli. Laureato in Scienze Motorie presso l’ Università Carlo Bo di Urbino ricopre la carica di Vicepreside presso l’ Istituto Comprensivo di Boscotrecase.

Esperto in progettazione Fondi Strutturali per lo sviluppo Regionale.

“Conosciamo tutti – ha aggiunto il candidato al Consiglio Comunale oplontino – delle potenzialità che offre il nostro territorio, per la bellezza della costa, per le risorse archeologiche per le terme. Mancano però le infrastrutture: alberghi, centri per gli anziani, strutture per accogliere minori in difficoltà, disabili e progetti rivolti a tutte le fasce deboli.

I fondi per sopperire a queste carenze però scarseggiano, inoltre il patto di stabilità impedisce ai Comuni di spenderli.

Occorre pertanto una progettazione seria al fine di reperire fondi comunitari che troppo spesso restano inutilizzati a causa dell’ immobilismo dei funzionari preposti e per la mancanza del tanto auspicato ‘Ufficio Europa’ che ha permesso a Comuni ‘virtuosi’ la realizzazione di infrastrutture come piscine comunali, oratori e strutture per anziani e disabili, a costo zero!

La realizzazione di opere del genere – continua Ziveri – oltre alla grande utilità sociale, porta opportunità lavorative ai giovani torresi che troppo spesso sono costretti ad emigrare oppure, ahimè, a rimpinguare le fila delle organizzazioni malavitose.

Il mio auspicio – conclude Antonio Ziveri – è che i cittadini torresi non credano ancora alle facili promesse. La città va affidata a persone per bene ma soprattutto competenti e non certamente a chi, da anni, ha saputo esprimere soltanto una politica clientelare e bloccare le buone pratiche messe in atto dall’Amministrazione per mero protagonismo.

C’è bisogno di cultura, civiltà ma, soprattutto, di cambiamento”.

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