”Si sente l’assoluto bisogno della presenza dello Stato. C’è poco da aggiungere. Lo Stato deve intervenire attraverso le sue articolazioni per porre un freno ad una camorra che ora, nell’area a nord di Napoli, sta agendo in un momento di estrema confusione al suo interno”.
Questo il commento di Maria Saccardo, referente del Presidio di Libera Afragola-Casoria ‘Maresciallo Gerardo D’Arminio’, all’indomani dell’uccisione di Remigio Sciarra, 52 anni, vittima di un agguato ad Afragola mentre era in auto con il figlio 11enne e la moglie.
”Sullo sfondo – ha precisato Saccardo – vi sono interessi legati agli appalti Tav, ma si assiste anche ad un feroce assestamento interno per stabilire le nuove gerarchie dei gruppi mentre resta decisivo il ruolo del clan Moccia”.
Saccardo ha menzionato il mercato della droga e degli appalti e annunciato che domani sarà con don Ciotti a Sessa Aurunca in un bene confiscato: “Faremo presto un’assemblea ad Afragola su legalità e sicurezza insieme con le istituzioni tutte”. Chiaro il pensiero della Saccardo a cui hanno fatto eco le parole del Ministro della Giustizia Andrea Orlando che durante un incontro sul tema “Giustizia e legalità” tenuto a Portici ha dichiarato: “La risposta delle forze dell’ordine e della magistratura è all’altezza di questa sfida.
Naturalmente è necessario non abbassare la guardia. Se saranno necessari altri mezzi o strumenti il governo è a disposizione. Un dato è chiaro: la fase di tregua che in qualche modo si era venuta a determinare purtroppo è stata una parentesi. Oggi Napoli torna in condizioni che abbiamo già conosciuto. Dobbiamo dare la risposta che abbiamo saputo dare e che in questi anni ha inferto colpi durissimi ai clan”.
Belle parole, nobili propositi ma pochi fatti. Finchè il governo di Roma crederà di combattere concretamente la camorra con la sola repressione il sistema avrà sempre la meglio a discapito degli onesti cittadini. Senza adeguata scolarizzazione, occupazione e sana aggregazione non si va da nessuna parte: sono passati decenni e ci troviamo incredibilmente a ripetere sempre gli stessi concetti che, francamente, ci appaiono elementari.
Allora basta con le passerelle, con i comizi balconistici e con i finti messia: le istituzioni devono tutelare Napoli partendo dalla prevenzione e dalla formazione qualitativa dei più giovani che devono tornare a credere nello Stato e nelle possibilità di lavorare onestamente negli amati luoghi natii.
Alfonso Maria Liguori