Nel corso della mattinata odierna, la polizia di Stato – Squadra Mobile della Questura di Napoli ed il GICO del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Napoli hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare che ha disposto il carcere per 23 indagati e gli arresti domiciliari per altri 4, emessa dal gip presso il Tribunale di Napoli, su richiesta di questa Direzione distrettuale antimafia. Colpiti i Di Lauro e i Vinella Grassi.
La misura cautelare coercitiva personale, è stata adottata nei confronti di soggetti a vario titolo gravemente indiziati di partecipazione ad associazione camorristica (per una posizione, quella di Di Lauro Salvatore, uno dei figli di “Ciruzzo o’milionario”, anche della qualità di capo e direttore), di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, tentato omicidio pluriaggravato, di associazione finalizzata ad estorsioni condotte secondo il meccanismo dei cavalli di ritorno, detenzione e porto di armi, favoreggiamento aggravato.
L’indagine ha avuto quale proprio obiettivo i rapporti di alleanza tra il clan della Vinella Grassi ed il clan Di Lauro, consorterie entrambe operative nell’area di Secondigliano e di Scampia e che hanno realizzato una joint venture nel settore del narcotraffico, finalizzata a garantire l’approvvigionamento delle piazze di spaccio e del sistema di vendite noto come passaggi di mano. L’associazione finalizzata alla organizzazione del traffico di stupefacenti risulta dunque composta da affiliati di entrambe le consorterie criminali che, nel periodo 2012-2014, hanno anche perseguito i propri autonomi obiettivi.
Affiliato ai clan anche un militare della Guardia di Finanza
La Vinella Grassi, impegnata nella faida mortale con gli Abete Abbinante Notturno, ha proseguito nell’azione incessante mirata ad assicurarsi l’egemonia “militare” sull’area; è infatti ricostruito il secondo tentativo operato, dopo un precedente fallimento, di eliminare Esposito Giovanni, esponente di rilievo del clan Abbinante. In tale clamoroso episodio, al gruppo di fuoco della Vinella Grassi si è unito anche un militare della Guardia di Finanza in servizio presso il Gruppo di Pronto Impiego A.T.P.I. (c.d. Baschi Verdi) di Napoli, soggetto nei cui confronti il gip ha confermato una piattaforma indiziaria che ne descrive un ruolo di vero e proprio affiliato al clan, a disposizione del latitante Mennette Aanotnio, pericoloso capo della predetta consorteria ed artefice della faida del 2012.
Il militare era addetto ai trasporti di stupefacente ed era incaricato di acquisire armi di cui il clan necessitava in quantità sempre maggiori per proseguire i conflitti cruenti in ci era impegnato. Lo stesso finanziere infedele è risultato essere al centro del gruppo di soggetti (tra i quali vi era un altro finanziere dei Baschi Verdi), al servizio contemporaneamente della Vinella Grassi e dei Di Lauro per l’acquisto, il trasporto e la vendita degli stupefacenti, secondo un sistema articolato e capillare che consentiva di rifornire altre organizzazioni criminali, perlopiù locali, come il clan Pesce Marfella ed altri soggetti, gravitanti soprattutto del nord della Puglia.
Il ruolo fondamentale di Cortese Giovanni
Secondo quanto ritenuto dal gip nell’ordinanza cautelare, attraverso le indagini, è stato inoltre possibile ricostruire senza incertezza il ruolo centrale svolto da Cortese Giovanni, alias il cavallaro, nel raccordo tra la sua organizzazione di appartenenza, il clan Di Lauro, e la Vinella Grassi, non solo nella gestione della struttura di narcotraffico ma anche nell’organizzazione di un capillare giro di estorsioni fondato sulla capacità di fungere da ricettore dei veicoli rubati/rapinati nell’area nord di Napoli e quindi di imporre con la tecnica del cavallo di ritorno il pagamento del riscatto ai proprietari.
Apporto fondamentale alle investigazioni proviene dalle indagini tecniche, dagli accertamenti ed i minuziosi riscontri operati sia dalla Squadra Mobile presso la Questura di Napoli che dal GICO della Guardia di Finanza, a partire dalle serrate investigazioni che hanno condotto alla cattura di Mennetta Antonio sino al disvelamento di strutture organizzate come vasi comunicanti che connettevano la Vinella Grassi e Di Lauro. Di assoluto rilievo inoltre risultano le dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia.
Ne deriva un quadro affidabile e completo del sistema di alleanze tra clan nell’area nord di Napoli, dei loro rapporti con i clan della zona vesuviana e di quella flegrea e della loro capacità di rastrellare dal territorio tutte le risorse illecite disponibili.
Tutti i nomi degli arrestati
Ecco tutti i nomi degli arrestati: Auricchio Claudio, nato a Nocera Inferiore l’1.8.1977; Baldassi Giacomo, nato a Castellammare di Stabia il 16.02.1972; Noceroni Luigi, nato a Scafati il 22.09.1984; Di lauro Salvatore, (alias “terremoto”), nato a Napoli il 07.02.1988; Cortese Giovanni, nato a Napoli il 14.05.1980; Apredda Aniello, nato a Napoli il 26.11.1980; Cerino Salvatore nato a Napoli il 17.03.1984; Franzese Bruno, nato a Napoli il 30.06.1990; Orefice Pietro Mariano, nato a Napoli il 21.08.1980; Marfella Salvatore, nato a Napoli il 12.08.1991; Luongo Salvatore, nato a Napoli il 8.06.1965; Pesce Pasquale, nato a Napoli il 19.11.1975; Aprea Marco, nato a Torre Annunziata il 14.04.1976; Baldassi Ciro, nato a Torre Annunziata il 29.07.1973.
In manette anche: Paolo Pasquale (alias “lallone”), nato a Napoli il 01.01.1994; Tarantino Antonio, nato a Napoli il 15.06.1993; Sabatino Carmine, nato a Napoli il 21.09.1970; Pietrantuoni Felice, nato a San Severo (Fg) il 22.05.1977; Fruguglietti Cicola, nato a Napoli il 13.11.1975; Granata Daniele, nato a Napoli il 30.05.1987; Mennetta Antonio, nato a Napoli il 03.01.1985; Accurso Umberto, nato a Napoli il 30.06.1992; Barretta Ciro (alias “cicciotto”), nato a Napoli il 5.11.1976; Di Savio Salvatore, nato a Napoli il 20.05.1990; Emmausso Tullio, nato a Napoli il 10.04.1961; Todisco Carolina, nata a Napoli il 30.11.1975; Tufano Vincenzo, nato a Pompei Il 20.03.1973.