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Consip: accusato di depistaggio il vicecomandante del Noe

consip romaLa Procura di Roma ha accusato di depistaggio il numero due del Noe, reparto speciale dell’Arma. Ieri è durato mezz’ora l’interrogatorio del vicecomandante, Alessandro Sessa, con il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Mario Palazzi che lo hanno iscritto nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta su Consip.

L’ufficiale era già stato sentito come persona informata sui fatti per la vicenda che riguarda il capitano Giampaolo Scafarto, accusato di falso per una serie di omissioni in una delle informative a sua firma depositate in Procura. Adesso i Pm hanno chiesto chiarimenti sul filone che riguarda la fuga di notizie sull’inchiesta e che vede indagati per rivelazione del segreto d’ufficio e favoreggiamento il ministro dello sport Luca Lotti, il comandante generale dell’arma Tullio Del Sette e quello della regione Toscana Emanuele Saltalamacchia.




Secondo i Pm il colonnello avrebbe mentito sulle date. In sostanza, Sessa avrebbe avvertito con largo anticipo gli alti ufficiali delle indagini in corso, cosa che avrebbe permesso la fuga di notizie verso il ministro Lotti e, da questi, verso Tiziano Renzi. Le conversazioni Whatsapp trovate sul cellulare del capitano Scafarto dimostrano che lui avrebbe informato il comandante del Noe, Sergio Pascali, in estate, mentre lui ha deposto di averlo fatto solo dopo il 6 novembre.

La reazione dell’ex premier Matteo Renzi su Instagram alla vicenda è stata inequivocabile: “Lo so, lo so. Oggi bisognerebbe dare sfogo alla rabbia. All’improvviso scopri che nella vicenda Consip c’è un’indagine per depistaggio, reato particolarmente odioso, e ti verrebbe voglia di dire: ah, e adesso? nessuno ha da dire nulla? tutti zitti adesso? C’è una frase di Alda Merini che dice: bastava la letizia di un fiore per ricondurci alla ragione.

Basta la bellezza della città del fiore per abbandonare ogni sentimento di rabbia. La giustizia farà il suo corso, la legge elettorale passerà se ci saranno i numeri, i commentatori polemici riconosceranno la serietà del nostro comportamento. Basta sapere aspettare e noi non abbiamo fretta. Teniamoci la bellezza, lasciamo loro la rabbia e la polemica”.

Alfonso Maria Liguori

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