I Carabinieri dell’Aliquota Operativa di Giugliano in Campania hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro beni finalizzato alla confisca emesso ai sensi della legge antimafia dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Napoli.
Il sequestro è stato eseguito a carico di G. T., un 57enne di Giugliano già noto alle forze dell’ordine e ritenuto figura di spicco di direttorio del cosiddetto gruppo misto formato dai Licciardi – Bidognetti -Mallardo per controllare gli affari illeciti tra Giugliano e i comuni limitrofi.
Riguarda un appartamento di 100 mq a Giugliano e 14 monolocali da 45 mq l’uno a Varcaturo nonché 2 conti correnti e quote di un fondo comune d’investimento, per un valore complessivo stimato in 1 milione di euro. I carabinieri hanno scoperto che il patrimonio immobiliare e in titoli, sebbene intestato a terze persone, era nella disponibilità del 57enne.
Un altro colpo è stato così inferto dalla Magistratura e dalle forze dell’ordine alla camorra: colpire il sistema negli interessi equivale a limitarne enormemente il potere offensivo. Saltati tutti i vecchi equilibri gli storici clan del territorio si sarebbero trovati a fronteggiare continue offensive da parte di scatenate baby gang, composte da giovanissimi killer dal modus operandi oltremodo violento.
Si sparerebbe ovunque e a qualsiasi ora del giorno a Napoli e nell’hinterland in una lotta senza quartiere per il controllo delle piazze di spaccio e del racket. Un fenomeno quello del pizzo sempre drammaticamente attuale nonostante l’inasprimento delle pene previste per tale reato e l’opera instancabile delle forze dell’ordine che non darebbero fiato ai sodalizi criminali partenopei.
In mezzo i cittadini onesti che temono di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato. Una situazione che rischia di degenerare da un momento all’altro e per la quale, secondo il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, il governo centrale avrebbe fatto ad oggi poco venendo di fatto meno a quanto promesso tempo addietro.
Alfonso Maria Liguori