Il Gazzettino vesuviano | IGV

Gambizzato pregiudicato 27enne: non è in pericolo di vita

sparatoria forcellaNella prima mattinata di ieri è stato ferito con 4 colpi di pistola al fianco e alle gambe il 27enne Gaetano E., pregiudicato per spaccio di stupefacenti, rapina ed estorsione. L’uomo stava rientrando casa, in vico Scognamiglio, a poche centinaia di metri dal Santuario di Madonna dell’Arco quando sarebbe stato avvicinato da due persone in scooter che a volto coperto gli avrebbero sparato.




Gaetano E. è stato soccorso da un vicino di casa e accompagnato in ospedale. Attualmente ricoverato a Villa Betania a Ponticelli secondo i sanitari non sarebbe in pericolo di vita. Sul luogo dell’agguato la scientifica ha già eseguito i rilievi del caso e le indagini sono ora affidate alla compagnia dei carabinieri di Castello di Cisterna al comando del capitano Tommaso Angelone. In queste ore gli investigatori dell’Arma starebbero visionando i filmati delle telecamere di videosorveglianza presenti in zona per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti e risalire all’identità degli attentatori.

Si continua a sparare a Napoli e nell’hinterland: una guerra senza fine combattuta a tutto campo tra baby gang e vecchi clan di camorra. Il dato più sconcertante è la facilità con la quale i killer del nuovo sistema colpirebbero: ovunque e a qualsiasi ora del giorno, senza badare a chi si trovi innocentemente sulla traiettoria di tiro, si trattasse pure di bambini o diversamente abili.

Una simile ferocia è indicativa dell’abbrutimento socio-culturale in cui vegeta certa gente: principale causa degli scontri di camorra il controllo delle redditizie piazze di spaccio e il racket. A complicare enormemente il lavoro degli inquirenti il muro di omertà che ancora protegge certi personaggi: in contesti dove l’illegalità è talmente radicata da faticare a riconoscere la legalità ci si scontra spesso con una sub cultura ai limiti dell’osceno dove per contare, per essere qualcuno si deve sparare, spacciare e non farsi pestare i piedi da nessuno.

Ad oggi la risposta delle istituzioni è apparsa insufficiente: senza adeguata scolarizzazione e occupazione il match con il crimine è perso in partenza. Si muova la politica centrale e lo faccia nel rispetto del diritto alla qualità d’esistenza degli onesti partenopei.

Alfonso Maria Liguori

Exit mobile version