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Napoli, emergenza illegalità a piazza Garibaldi: controlli a tappeto

Nella mattinata di ieri a Napoli, nello specifico a Piazza Garibaldi, via Firenze ed aree limitrofe è stato effettuato un servizio straordinario di controllo del territorio al fine di contrastare il contrabbando, le criticità legate alla presenza di tossicodipendenti, senza fissa dimora, venditori abusivi, cittadini extracomunitari irregolari nonché episodi di illegalità in genere.




La Polizia di Stato, l’Arma dei Carabinieri, la Guardia di Finanza e la Polizia Locale hanno effettuato un imponente azione di controllo del territorio al fine di assicurare il tranquillo e regolare svolgimento della vita cittadina e hanno predisposto attente ed efficienti misure di osservazione e vigilanza a tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica.

In particolare sono state sequestrate 45 borse e 10 cinture contraffatte delle maggiori e più note case di moda, 350 capi d’abbigliamento dei noti brand Lacoste, Gucci, Colmar, Patrizia Pepe, Desquared e Guess , 4 bancarelle di accessori per cellulari, telefonia in genere ed occhiali da sole per un totale di 30 kg, 8 buste di grosse dimensioni contenti indumenti contraffatti per un totale di 60 kg di merce e 5000 pezzi tra chincaglierie, occhiali e cover per telefonini.

Inoltre 3 cittadini extracomunitari sono stati identificati e denunciati ai sensi dell’art. 101 della legge n. 286/1998 , un cittadino russo deferito ai sensi dell’art. 75 della legge 309/1990, due extracomunitari di origine senegalese, invitati ai sensi dell’ex art. 15 del TULPS per accertare la loro posizione sul territorio ed infine sono state elevate due contravvenzioni per vendita senza licenza per una somma complessiva di 10000 euro.

Un giro di vite anelato da anni dai residenti: ci eravamo più volte occupati del degrado di Piazza Garibaldi e delle arterie limitrofe documentando anche con foto realtà ai limiti dello scabroso. Prostituzione ad ogni angolo, spaccio di droga, truffe, extracomunitari ubriachi ovunque nell’area: scenari vergognosi a cui ci auguriamo le istituzioni abbiano finalmente deciso di porre termine.

Alfonso Maria Liguori

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