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Invasione di zanzare all’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli: la denuncia di Francesco Borrelli

Non c’è pace per la sanità napoletana: dopo le formiche nel letto di una paziente al San Paolo, tocca all’ospedale San Giovanni Bosco dove, come denuncia il Consigliere Regionale Francesco Borrelli: ”C’è una invasione di zanzare”. “Il problema è causato da acquitrini, condizionatori rotti e mancanza di zanzariere. – ha dichiarato afferma l’esponente dei Verdi Borrelli – I parenti dei ricoverati fanno i turni per difenderli dagli insetti”.




Borrelli, che ha denunciato il caso della donna al San Paolo, annuncia un’ispezione. Continua così senza sosta la miserabile emergenza sanitaria a Napoli: tra medici, infermieri e tecnici che si danno allo shopping o allo sport risultando però contemporaneamente in servizio, in alcuni casi persino straordinario, primari che dirottano importanti gare d’appalto verso ditte a loro riconducibili e pazienti ricoverati in condizioni igienico sanitarie che rasentano l’osceno non si comprende cosa aspetti il governo centrale a prendere drastiche soluzioni entrando a gamba tesa in una questione che getta ulteriore fango sull’immagine e sulla credibilità partenopea.

Perché, stranamente, certe cose succedono nella stragrande maggioranza dei casi a Napoli portando con se un vergognoso strascico di povertà sociale, corruzione, collusione ed evidente sufficienza da parte degli organi preposti al controllo delle strutture sanitarie. Perché sia chiaro che in questa storia vanno colpiti i responsabili in modo diretto: basta con la logica a scarica barile, chi ha sbagliato paghi e in modo esemplare.

Non si può speculare sulla salute di persone già costrette al ricovero in modo tanto scellerato: la gente ora vuole giustizia e invoca a viva voce l’intervento delle massime cariche dello Stato perché non si tramuti poi inesorabilmente tutto in una ignobile farsa. Troppe volte clamorosi scandali vengono insabbiati con un nulla di fatto, con i responsabili che continuano impuniti a inquinare la società con la propria disonestà.

Alfonso Maria Liguori

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