Dopo le colossali opere di Igor Mitoraj, è la volta per il parco archeologico dell’antica Pompei di ospitare le sculture dell’artista scafatese Angelo Casciello che, con la mostra Casciello Pompei, fino a maggio 2018, caratterizzeranno alcune zone della “città sospesa nel tempo”, offrendo in questo modo un’esperienza sempre nuova per i visitatori di tutto il mondo.
Istallate già qualche giorno fa, le 12 sculture metalliche che compongono Casciello Pompei sono state inaugurate ufficialmente oggi, con una presentazione ufficiale a cui hanno partecipato il soprintendente Massimo Osanna, l’artista Angelo Casciello, e il curatore Massimo Bignardi, professore di storia contemporanea all’università di Siena.
L’esposizione; promossa dal parco archeologico di Pompei, dall’atelier Casciello, dal Fondo Regionale d’Arte Contemporanea, Baronissi con il patrocinio dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, del Dipartimento di Scienze storiche e dei Beni culturali dell’Università di Siena , dell’Accademia di Belle Arti di Brera-Milano e del Museo MADRE di Napoli; arricchisce e dona nuove suggestioni e prospettive agli spazi della terrazza dell’Antiquarium(con il Tempio di Eolo, Fiore e Solo), al percorso della sottostante della Villa Imperiale (con Apollo, Totem e le Visioni di Bacco) e al Viale delle Ginestre (con il trittico le Tre Grazie, e le ulteriori 3 istallazioni Ciclope, Suono e il Dormiente).
Abbiamo intervistato in esclusiva per Il Gazzettino Vesuviano l’artista Angelo Casciello che del suo legame con l’antica Pompei racconta: “E’ una connessione che è nata quando ero solo un ragazzino. Negli anni ’70 infatti trascorrevo i miei pomeriggi negli scavi, per me un universo fatto di lingue, persone, culture e colori diversi che mi faceva sentire cittadino del mondo pur rimanendo a casa mia. Ero bravo a disegnare e riuscivo ad arrotondare facendo ritratti e disegni che i turisti mi pagavano anche 5.000 lire”.
L’artista Casciello però ne ha fatta di strada dagli anni ’70 ad oggi e la sua carriera è stata costellata di innumerevoli pubblicazioni, riconoscimenti e mostre in tante parti del mondo e spiega emozionato cosa significhi per lui ritornare nella sua Pompei da adulto: “Ritornare a Pompei da artista, con le mie opere è un grande onore; oltre all’incontenibile emozione per la mostra Casciello Pompei però sento il peso di una grande responsabilità nel presentare i miei lavori in questo affascinante luogo drammatico sospeso nel tempo”.
Delle sue opere e del suo modo di fare arte, caratterizzati fortemente dalla forza del segno, dalla contaminazione culturale delle influenze dei miti antichi che si fondono con la sue origini contadine ci dice: “Non mi interessa il racconto iconografico e l’emulazione della realtà. Pensare al mondo che fu e riproporlo fedelmente nel contemporaneo mi sembra fuori luogo. Le mie opere cercano di mimetizzarsi con la natura e con i drammi dell’antichità in questo caso. Le mie sculture non vogliono dare risposte, piuttosto vogliono stimolare la dimensione logica dello spettatore e far sì che si interroghi”.
Nonostante tutto le sculture di Casciello Pompei, ad un occhio attento non nascondono dei riferimenti intriganti alla realtà e, coi loro colori cupi sono sicuramente d’impatto per i tantissimi visitatori che affollano le antiche strade di Pompei. Se con Mitoraj il rischio era quello di confondere le colossali opere come qualcosa di contestuale alla città antica, con gli altari e i totem di Casciello sarà sicuramente più difficile.
Per la Soprintendenza di Pompei, la mostra Casciello Pompei rappresenta un nuovo passo nel rendere gli scavi sempre più un parco archeologico che offra nuovi spunti e opportunità ai visitatori; chissà però se dietro questa mossa si nasconda anche uno stato embrionale del rapporto che legherà la Soprintendenza al Real Polverificio Borbonico di Scafati, il cui parco, ai confini col comune di Pompei, è ormai già da un po’ nel mirino della direzione dell’antica città e, prima di Pompei ha ospitato alcune delle sculture che ora sono presenti nella nuova mostra.
Raffaele Cirillo