Cambia il sistema camorra a Napoli: crollano i vecchi clan con le accuse dei pentiti

In particolar modo Carlo Lo Russo, ex ras dell’omonimo clan meglio noto come i “Capitoni di Miano”, starebbe rivelando ai giudici geometrie malavitose che per anni hanno consentito ai clan di stringere alleanze

Cambia il sistema a Napoli: crollano i vecchi clan sotto il peso delle pesanti accuse dei collaboratori di giustizia, criminali che per decenni si sono macchiati di efferati delitti e che oggi punterebbero il dito contro killer e mandanti storici del sistema.

La camorra vivrebbe un periodo oltremodo caotico che persino gli inquirenti faticherebbero a decifrare. In particolar modo Carlo Lo Russo, ex ras dell’omonimo clan meglio noto come i “Capitoni di Miano”, starebbe rivelando ai giudici geometrie malavitose che per anni hanno consentito ai clan di stringere alleanze tra loro basate, in alcuni casi, su matrimoni combinati e parentele.




Il cosiddetto legame di “sangue” a garantire lealtà tra boss di primo piano già esponenti di spicco della Nuova Famiglia. In questo marasma pensiamo alla Cupola di Secondigliano, alla Vanella Grassi con i fratelli Accurso divisi all’interno dello stesso sodalizio.

Antonio Accurso pentito da tempo mentre Umberto Accurso, arrestato dopo una lunga latitanza e condannato in I grado all’ergastolo, pur essendo detenuto in regime di 41 bis lontano dall’idea di collaborare con la Giustizia: leader carismatico della Vanella Umberto Accurso sarebbe particolarmente popolare tra una parte dei giovani di Secondigliano per le doti di comando e per una certa vena artistica (sarebbe autore di canzoni neomelodiche sempre in tema di malavita).

Non è un caso che gli affiliati alla Vanella Grassi abbiano una frase emblematica tatuata sul corpo: “Nella gioia e nel dolore Vanella Grassi unico amore”. La dimostrazione di come in certe realtà abbandonate da sempre dalle istituzioni le nuove leve cerchino punti di riferimento tra i migliori esponenti del sistema, mitizzandoli e amplificandone le gesta criminali. Sull’altro fronte poi a San Giovanni a Teduccio i Mazzarella, potente clan originario dei luoghi, sarebbero alle prese con dissidi interni legati al ritorno nella zona del clan Rinaldi e con una serie di arresti eccellenti che avrebbero indebolito il gruppo.

Un dato questo che avrebbe indotto i Mazzarella ad arrestare momentaneamente la corsa alla conquista malavitosa del centro storico di Napoli, con particolare riferimento alle piazze di spaccio e al racket. In mezzo le baby gang figlie di nessuno: spesso in vendita al miglior offerente i giovani boss cambierebbero bandiera con estrema facilità mostrandosi così inaffidabili agli occhi dei vecchi clan. Dietro le quinte delle nuove bande radio mala vedrebbe vecchi capi della Nuova Famiglia caduti in disgrazia: un modo per riappropriarsi di quello che una volta era il proprio territorio usando ragazzini spietati pronti a tutto pur di vestire griffati e possedere scooter e auto alla moda.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.