La falla scorta nel sistema di gestione ha aperto la strada a varie forme di approfittamento da parte di alcuni centri che avevano dolosamente chiesto e ottenuto il pagamento di fatture già pagate oppure addirittura avevano beneficiato di pagamenti per servizi per i quali non era previsto alcun rimborso. Lo scorso mese di settembre la finanza sequestrò beni per oltre 2,7 milioni di euro a fronte di un danno erariale di 11 milioni. L’ipotesi su cui la finanza sta lavorando è che i fenomeni illeciti non fossero circoscritti a un’unica Asl e a pochi centri convenzionati ma al contrario potessero essere diffusi a macchia di leopardo anche in altre AA.SS.LL. campane.
Sono in corso le dovute verifiche. Un’operazione che testimonia professionalità e capacità investigativa delle Fiamme Gialle. L’inchiesta potrebbe riservare colpi di scena inattesi e coinvolgere insospettabili professionisti partenopei. Un giro d’affari illecito oltremodo rilevante che potrebbe costare caro a qualche addetto ai lavori. I prossimi giorni saranno determinanti ai fini delle indagini: un’altra parentesi negativa nell’universo sanitario campano che ultimamente sembra mostrarsi all’attenzione pubblica in tutto il suo dissesto.
Alfonso Maria Liguori