Pimonte, il sindaco Palummo: “Lo stupro della 15enne? Una bambinata!”. E’ caos politico

pimonte michele palummo“Lo stupro? Come lo vogliamo definire, erano tutti minori. E’ stata una bambinata” sono queste le parole del sindaco di Pimonte, Michele Palummo dopo la notizia della fuga in Germania della 15enne stuprata da un gruppo di ragazzi e dal suo stesso fidanzato. In una città che non ha ancora dimenticato l’accaduto, la più alta carica locale minimizza l’evento tragico di un anno fa. E’ caos politico con il Governo regionale e alcuni membri di quello nazionale che hanno chiesto a gran voce le dimissioni di Palummo.

Il sindaco ha rilasciato queste dichiarazioni alle telecamere di La7 che sono andate anche a fermare alcuni cittadini per strada. Tutti vogliono dimenticare ma molti hanno preferito rimanere nell’innocenza e far regnare l’omertà pur di non dare un giudizio su quanto successo. Essendo coinvolte alcune famiglie “importanti” della zona, la paura ha invaso la cittadina dei Monti Lattari tanto che regna il silenzio in maniera incontrastata.

Nel frattempo tutti i ragazzi coinvolti nello stupro sono stati mandati ai domiciliari e così la ragazza ha deciso di abbandonare l’Italia e la Campania. La fuga è l’unica via per dimenticare e per togliersi di dosso tutti gli sguardi e tutti gli attacchi della popolazione. Pimonte non è stata più la stessa dopo questo tragico evento e le conseguenze sono enormi dal punto di vista sociale.

Gli attacchi istituzionali

Il sindaco Palummo comunque è stato attaccato anche da alcuni vertici istituzionali. In primis Celeste Costantino, Sinistra e Libertà, deputata, che ha spiegato: “La comunità invece di stringersi intorno a lei, ha preferito mettersi contro. L’ha esclusa per un anno e saranno ferite che non si risaneranno mai. Una situazione da condannare”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche la senatrice Puglisi (Partito Democratico) che ha dichiarato: “Deve chiedere scusa a tutte le donne e non è degno del ruolo che ricopre. Altro che bambinata, è un reato odioso e gravissimo. E’ proprio la giovane età degli aggressori che ci deve far riflettere: dobbiamo lavorare molto nelle scuole e nelle famiglie. Nessuno deve essere lasciato solo”.

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