“Adesso credo che sia il tempo di prendere impegni seri con la città perché quella crollata non è l’unica palazzina fatiscente a Torre Annunziata. In ciò saremo al fianco delle autorità e delle istituzioni”.
Si respira nell’aria il dolore della città di Torre Annunziata. Tutte le saracinesche di via Gino Alfani sono abbassate, per metà o interamente, in segno di lutto e rispetto nei confronti delle famiglie. Ieri pomeriggio i giovani della cittadina oplontina hanno chiesto a don Ciro Cozzolino di riunirsi in preghiera nella “curva” di Torre Annunziata, da sempre simbolo della movida giovanile e divenuta ieri luogo di speranza, di fede, di vicinanza a chi giaceva ancora sotto le macerie.
“Abbiamo sperato fino all’ultimo, ma invano”, afferma addolorato don Ciro Cozzolino, sacerdote della SS Trinità. E’ visibilmente addolorato, perché conosceva personalmente tutte le vittime del disastro.
“Ricordo perfettamente, come fosse ieri, la gioia della famiglia Guida nel giorno della comunione della piccola Francesca. – racconta – Anche Salvatore frequentava l’Acr e con i genitori, Pasquale ed Anna, ogni domenica veniva qui ad ascoltare la Santa messa.
Ricordo con affetto l’architetto Giacomo Cuccurullo – continua – veniva qui a pregare ogni giorno, due volte al giorno. Lui temeva che quella palazzina fosse in pericolo. Non è stata una sorpresa. Bisognava fare qualcosa”.
E conclude: “Adesso credo che sia il tempo di prendere impegni seri con la città perché quella crollata non è l’unica palazzina fatiscente a Torre Annunziata. In ciò saremo al fianco delle autorità e delle istituzioni “.
Floriana Vaccaro