È finita nel peggiore dei modi la vicenda relativa al crollo della palazzina in via Rampa Nunziante a Torre Annunziata avvenuto ieri mattina intorno alle 6:20. Le ricerche, durate incessantemente tutta la giornata, sono proseguite anche per tutto il corso della notte. Il ritrovamento del piccolo Salvatore Guida, rinvenuto a faccia in giù, poco dopo la sorella Francesca, ha permesso di trarre il bilancio definitivo delle vittime di questo disastro. Tutti morti. Otto persone sotto le macerie, nessuna delle quali è sopravvissuta.
Il primo corpo estratto da sotto le macerie è stato quello del giovane Marco Cuccurullo, ventisettenne tifoso del Savoia e con la passione per la musica e i fuochi d’artificio. Di queste passioni Marco ne aveva fatto un lavoro. Ha, infatti, avuto modo di fare il suo ultimo spettacolo pirotecnico poche ore prima del crollo. Marco è stato accompagnato a casa dai suoi amici intorno alle 5:20, appena un’ora prima della tragedia.
“Ora, brilla in cielo come un fuoco d’artificio” scrivono affettuosamente gli amici su facebook.
Poi è stato il turno della madre, Edy Laiola, maestra delle elementari e sindacalista Cgil delegata ai rapporti con l’ufficio scolastico. Edy era una donna caparbia che tutti ricordano come “una persona sempre sorridente”.
Il terzo corpo estratto è stato quello del padre di Marco e marito di Edy. L’architetto Giacomo Cuccurullo è morto sotto le macerie della palazzina in cui abitava dopo una vita trascorsa proprio ad evitare tragedie come questa che ha colpito lui e la sua famiglia.
L’arch. Cuccurullo era, infatti, anche dirigente dell’ufficio tecnico comunale e suoi colleghi lo chiamavano “quello dei crolli” perché era il primo ad accorrere ogni qual volta la stabilità di una struttura risultasse precaria al punto da mettere in pericolo la vita delle persone.
Dopo qualche ora, sono stati rinvenuti i corpi di Anna Duraccio e Pasquale Guida. I due coniugi sono ricordati dal sacerdote della “SS. Trinità” di Torre Annunziata come grandi lavoratori, disposti a farsi in quattro per la loro famiglia. Pasquale, così come Marco, era un grande tifoso della squadra oplontina, era stato soprannominato “Morrison” proprio dal sodalizio di supporters della squadra torrese “Morrison Group” da lui ideato proprio in segno del legame indissolubile con il Savoia e la Curva Sud.
Anna viveva in quella casa con la sua famiglia perché le è stata donata dalla madre, attualmente in stato di choc. “Dovevo essere io a morire in quella casa” ha continuato a ripetere per tutto il corso della giornata di ieri.
Nell’appartamento accanto a quello dei coniugi Guida, abita la famiglia della sorella di Anna che non è rimasta coinvolta nel crollo.
Verso le quattro del mattino, è stato ritrovato il cadavere della signora Giuseppina Aprea. La donna, una sarta sessantacinquenne, era rimasta vedova da poco tempo e viveva, oramai, da sola in quell’appartamento. Aveva la passione per il running mattutino, attività alla quale si dedicava ogni giorno. Tutte le mattine, le sue amiche la aspettavano alle sette in punto. Ieri, purtroppo, l’attesa è stata vana.
Infine sono stati trovati i corpi dei due fratellini, Francesca e Salvatore, rispettivamente di 14 e 8 anni. Belli come il sole, nessuno dimenticherà i loro sorrisi. Francesca a settembre avrebbe frequentato il liceo scientifico ad indirizzo sportivo all’istituto “Pitagora-Croce” di Torre Annunziata perché era amante dello sport. Kekka era, infatti, allieva del maestro Matteo Di Martino, titolare dell’ASD Oplonti Meeting Karate di Torre Annunziata.
La città piange i suoi concittadini che, come fiori strappati alla terra, sono stati privati del dono più grande: la vita. La Procura di Torre Annunziata ha, questa mattina, aperto un fascicolo per disastro e omicidio colposo plurimo, con la speranza che la verità emerga e che le famiglie delle vittime possano quantomeno avere giustizia.
Floriana Vaccaro