Kuturi rielabora il concetto di sacralità, mescolandone i valori insieme a quelli più profondi di modernità e sviluppo. Le sue opere rispecchiano il senso profondo del suo essere, alla costante ricerca dell’Io. Icone ossidate, sculture e installazioni sono il frutto di un lungo lavoro e di un faticoso studio portati avanti per anni. Niente è dato per scontato, i materiali si trasformano sotto le sapienti mani dell’artista e del tempo che conferisce loro forma e sostanza. Si parte dal legno per poi arrivare a miscelare ingredienti semplici quali il rosso d’uovo, la birra, ma anche lo stucco, il gesso, il bolo rosso che è una particolare argilla, la missione che è un particolare collante naturale, ed infine svolgono un ruolo dominante gli acidi ed i pigmenti, che partecipano alla composizione ultima delle opere. Nessuna ossidazione infatti può essere uguale all’altra. Le reazioni chimiche sono dovute a processi alchemici che modificano la materia degli elementi. Tutte le sue opere presentano un’esatta geometria che viene poi esaltata dalla lucentezza dell’oro. La stratificazione della foglia in oro è l’elemento predominante ed una caratteristica unica.
Tematiche come la nascita, la morte, la tomba, sono interiorizzate ed affrontate dall’artista che svolge una minuziosa indagine sul significato e le conseguenze che queste hanno nella vita degli uomini. La preparazione psicologica è parte della realizzazione delle opere. Prima della creazione è fondamentale l’isolamento e la preghiera, e quando Kuturi inizia a comporre lo fa con un sottofondo musicale che va dai canti gregoriani alla musica classica e sciamanica. Il suo Io deve fondersi con l’atmosfera per rendere unico e irripetibile ogni momento. Tra le sue opere più famose troviamo la pala d’altare, il polittico, l’ipericona ed il selfie.
Kuturi, l’artista indipendente, come si definisce, si forma tra Napoli e Milano, città dove poi si trasferisce nel 1990. Si avvicina agli studi di architettura ma inizia ad approfondire le sue tecniche nel laboratorio artigiano del padre dove impara la lavorazione della foglia oro. Frequenta gli ambienti degli artisti napoletani vicino al gallerista Lucio Amelio ed entra in contatto con personaggi del calibro di Andy Warhol e Joseph Beuys. La svolta artistica arriverà nel 1990 quando, dando ascolto a suo padre, si trasferisce a Milano e fonda Arte Zara LabGallery, la sua galleria d’arte con annesso laboratorio. Viaggia molto e a Parigi conosce l’artista Arman, colonna portante del Nouveau Réalisme. Con il progetto “Icone Sacre Ossidate” ha realizzato numerose mostre d’arte in Italia , su invito del prof. Antonello Pelliccia ha tenuto una Lectio Magistralis sul concetto dell’ossidazione dell’icona sacra.