Proseguono le indagini sul crollo della palazzina a Torre Annunziata. Sarebbe stato notificato un altro avviso di garanzia al titolare di una ditta di un comune dei Monti Lattari, come riporta il quotidiano Metropolis.
Indagato sarebbe M. d. M., di venti anni, a capo di un’impresa che risulterebbe iscritta nel registro MePa, da cui le amministrazioni attingono le aziende garantite senza dover pubblicare il bando di gara. Pare che il nome sia saltato fuori in seguito ai colloqui tenuti dal pool nei giorni successivi alla tragedia e non dalla scia consegnata al comune, poiché incompleta.
È stato stabilito per il 21 luglio il prossimo sopralluogo da parte dei tecnici nominati dalla procura. Già mercoledì 12 luglio, l’architetto Andrea Coppola e l’ingegner Alberto Prota si sono recati nell’area del crollo per una prima perizia effettuata con un drone.
Inizia così a delinearsi il complesso quadro che stanno cercando di ricostruire il procuratore capo Alessandro Pennasilico, l’aggiunto Pierpaolo Filippelli e i sostituti procuratori Andreana Ambrosino e Silvio Pavia. Un’operazione resa ancora più difficoltosa dall’omertà che aleggia intorno alla vicenda.
«Chi sa, parli!». È l’appello fatto da Pennasilico. La sensazione è che tutti siano a conoscenza ma nessuno dice; girano voci, indiscrezioni, talvolta coincidenti, talaltra discordanti tra loro, ma nessuno si è ancora recato dagli inquirenti per raccontare la propria versione dei fatti né le dichiarazioni che sembrano attendibili trovano riscontro in altre testimonianze.
È ciò che è accaduto con il racconto della nonna di una delle vittime, Francesca. L’anziana donna ha affermato che la nipote parlò di una riunione di condominio avvenuta la sera prima del crollo. L’ordine del giorno erano proprio i lavori che stavano effettuando al secondo piano dell’edificio. Circostanza del tutto smentita da Roberto Cuomo, amministratore condominiale del palazzo e indagato.
Intanto, secondo alcune indiscrezioni, Giacomo Cuccurullo, ritrovato sotto le macerie insieme alla moglie Edy Laiola e al figlio Marco, avrebbe messo in vendita il suo appartamento, il cui acquisto sarebbe stato preso in considerazione da un amico. Il potenziale acquirente, però, si sarebbe tirato indietro dopo aver visitato l’immobile poiché “messo male”.
Roberta Miele