Si tratterebbe di sanitari in servizio presso il nosocomio isolano, medici e anche un’ostetrica. Sarebbero in corso In corso anche numerose perquisizioni. Il dato più avvilente è la reazione dell’opinione pubblica partenopea all’accaduto: “E dov’è la novità?” hanno dichiarato numerosi cittadini da noi intervistati sulla vicenda.
Una rassegnazione prevedibile dopo l’uragano che tempo addietro aveva fortemente scosso il settore sanitario a Napoli: medici, infermieri e tecnici sorpresi a fare shopping o sport pur risultando in servizio e in alcuni casi persino in straordinario, primari rei di aver truccato le gare d’appalto in modo di favorire la vittoria di ditte a loro stessi riconducibili, pazienti ostaggi nelle corsie di insetti e per finire servizi di pulizia di grossi plessi ospedalieri locali gestiti dalla camorra.
Peggio di così proprio non si potrebbe: il problema è che il cittadino subisce passivamente tale sfacelo per gridare allo scandalo solo quando ne è danneggiato in modo diretto. E’ inutile nascondersi dietro il dito o filosofeggiare al vento: a Napoli la macchina pubblica fa acqua da tutte le parti con particolare riferimento alla Sanità. Inutile e riduttivo puntare il dito contro un politico, un amministratore o un manager e voler vedere a tutti i costi nello stesso il responsabile di tale miserabile implosione.
La questione è storica e affonda le radici in decenni di politiche clientelari, collusioni con la camorra, corruzione dilagante negli Enti Pubblici: tutti hanno sempre saputo eppure ad oggi questo è ancora il miserabile scenario che caratterizza la città. Della serie: niente retorica ma denunce a go go da parte dei cittadini e pugno duro della Procura per tutelare la legalità e salvare la dignità di Napoli.
Alfonso Maria Liguori