Lo incontrarono, lo minacciarono e gli imposero l’assunzione di alcune persone vicine al clan “Cesarano” di Castellammare. Un imprenditore stabiese, noto nel comprensorio vesuviano, decise di rifiutare ma dovette affrontare la dura reazione dei due emissari della cosca di Ponte Persica, Agostino Cascone (di anni 44) e Vincenzo D’Apice (di anni 54, pregiudicato). Quest’ultimi, infatti, imposero all’uomo di chiudere immediatamente la sua attività commerciale per evitare problemi futuri. E’ questo quello che hanno ricostruito gli agenti della polizia di Stato di Castellammare di Stabia che hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere ai due affiliati dei “Cesarano”.
Secondo quanto emerso dalle indagini, l’episodio si è verificato lo scorso 5 giugno quando l’imprenditore ha avuto il primo incontro con i due. In più di un’occasione, ha sempre manifestato la sua contrarietà a quanto gli imponevano gli affiliati dei “Cesarano” che non hanno gradito il suo rifiuto. Una vera e propria estorsione che si è consumata a Castellammare di Stabia e che è stata prontamente scoperta dalle forze dell’ordine. Uno dei due colpevoli, secondo quanto ricostruito, D’Apice, era libero grazie ad un permesso premio.
L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari di Napoli e prevede anche l’aggravante del metodo mafioso. Una volta avute a disposizione tutte le prove utili per incastrare i due affiliati dei “Cesarano”, la polizia di Stato si è mossa ed ha arrestato entrambi (ora sono rinchiusi nella casa circondariale di Poggioreale).
Duro colpo al clan Cesarano di Ponte Persica
Continuano i controlli, quindi, a Castellammare di Stabia dove sia la polizia di Stato che i carabinieri stanno assicurando alla giustizia un numero considerevole di affiliati alla camorra. Dopo l’omicidio Fontana di alcune settimane fa, Castellammare è praticamente blindata con controlli in diversi quartieri del degrado per prevenire eventuali vendette. I clan stabiesi, secondo quanto emerso dalle ultime indagini, sono ancora impegnati attivamente nello spaccio di droga, nell’usura e nell’estorsione.
Gennaro Esposito