Con la tragedia “Fedra” termina la rassegna “Pompei Theatrum Mundi”

Fedra per vendetta inventa di aver subito violenza dal giovane ed ovviamente la storia finisce nel sangue

Con la tragedia “Fedra” di Seneca (traduzione di Maurizio Bettini), per la regia di Carlo Cerciello, prodotto dall’Istituto Nazionale del Dramma Antico, termina la rassegna “Pompei Theatrum Mundi”, spettacoli classici al Teatro Grande degli scavi. La messinscena ha già ottenuto successi al Teatro Greco di Siracusa, al Teatro Antico di Segesta, a Taormina, al Teatro Romano di Ostia Antica e adesso approda al Teatro Grande dell’antica città campana.




Cerciello, napoletano di nascita, ha un curriculum notevole, come attore e come regista, in forza dell’insegnamento dei tanti esperti che nel suo iter lo hanno accompagnato e per le sue capacità artistiche. La tragedia in scena è ambientata ad Atene, dove Fedra, personaggio della mitologia greca sposa di Teseo, è innamorata del suo figliastro Ippolito, il quale si dedica alla caccia ed alla vita dei boschi e, quando la donna gli rivela il suo amore, indignato fugge dalla reggia.




Fedra per vendetta inventa di aver subito violenza dal giovane ed ovviamente la storia finisce nel sangue. Gli interpreti dello spettacolo sono: Imma Villa, Fausto Russo Alesi. Bruna Rossi, Sergio Mancinelli. Le corifee sono interpretate da Elena Polic Greco, Simonetta Cartia, Federica Lea Cavallaro, Maddalena Serratore, Nadia Spicullia e Claudia Zàppia. Il coro è dell’Accademia d’Arte del Dramma Antico. La scena è di Roberto Crea.

Federico Orsini

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