Assenteismo, il consigliere Borrelli: “Rilevatori e tornelli nelle strutture pubbliche campane”

"Il recente caso del Capilupi dove addirittura coprivano le telecamere per evitare di essere ripresi mentre timbravano anche per gli assenti dimostra che il fenomeno, nonostante le tante inchieste e gli arresti, continua a essere diffuso"

“I rilevatori delle presenze attraverso le impronte digitali o, meglio ancora, i tornelli dovrebbero essere installati in tutte le strutture pubbliche regionali per combattere il fenomeno degli assenteisti”. Lo ha detto il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, per il quale “il recente caso del Capilupi dove addirittura coprivano le telecamere per evitare di essere ripresi mentre timbravano anche per gli assenti dimostra che il fenomeno, nonostante le tante inchieste e gli arresti, continua a essere diffuso”.




“Oltre a un maggior controllo delle presenze è necessario però puntare anche a punizioni più immediate e concrete e, su questo, è determinante il ruolo dei dirigenti che devono prendersi le responsabilità per licenziare i dipendenti che truffano, anche senza aspettare le sentenze definitive” ha aggiunto Borrelli per il quale “se non si fa così, visti i tempi della giustizia in Italia, rischiamo di dover pagare fino alla pensione lo stipendio agli assenteisti”.

“Gli assenteisti, oltre a prendere soldi non dovuti, creano anche un danno alla collettività con la loro assenza perché non offrono il lavoro per cui sono pagati e, al tempo stesso, danneggiano l’immagine della pubblica amministrazione dove lavorano tante persone che svolgono egregiamente il loro compito” ha concluso Borrelli per il quale “questi danni vanno recuperati costituendosi parte civile nei processi per chiedere un adeguato risarcimento”.




Alle parole di Borrelli noi aggiungiamo “vergogna”: ci sono padri e madri di famiglia che anelano a un lavoro stabile, spesso avendo anche terminato gli studi, e non lo trovano, giovani che si spostano di migliaia di chilometri per sopravvivere e ci sono ancora esseri spregevoli, farabutti che si arrecano il diritto di giocare a proprio piacimento con mansioni lavorative che sono indegni di ricoprire.

Nessuna pietà per questa gente: immediato licenziamento con assegnazione dello stesso impiego a persone meritevoli. Così si salva l’Italia, così si tutelano le speranze delle nuove leve. Il resto sono solo chiacchiere al vento che fanno da cornice ad una vita sin troppo breve divisa in chi ha tanto e chi non possiede nulla.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.