Ai domiciliari altre sette persone tra dipendenti dell’ospedale e imprenditori. Ulteriori sedici risultano indagati in stato di libertà. Si tratta di dirigenti ospedalieri e imprenditori. La richiesta di arresto è stata formulata dalla procura di Santa Maria Capua Vetere, ufficio inquirente che ha recepito quanto ricostruito nelle centinaia di accessi della Dia in ospedale a Caserta nel corso delle indagini guidate dal sostituto procuratore antimafia Annamaria Lucchetta.
Il manager ospedaliero Iovine sarebbe stato secondo l’accusa il regista degli appalti per i servizi banditi per l’azienda ospedaliera. Dalla gestione della sala mortuaria e delle cartelle cliniche al prelievo e allo smaltimento dei rifiuti speciali, dalla manutenzione edile alla lavanderia, dalla pulizia degli ambienti fino alla ristorazione e alla mensa. Le pressioni di Iovine sarebbero state enormi così come l’influenza del camice bianco persino sui controlli che avrebbero dovuto tenersi periodicamente per verificare il corretto operato delle ditte che lavoravano per l’ospedale.
Alcuni si prestavano in cambio di favori come l’accesso della figlia alla scuola di oculistica. Le ispezioni non venivano eseguite ma Iovine falsificava la documentazione per evitare problemi in caso di controlli approfonditi da parte delle istituzioni competenti. Al manager non sarebbe stata contestata l’aggravante del metodo mafioso. Carmine Iovine vanta parentele scomode: infatti è il cugino dell’ex ras Antonio Iovine. Tuttavia per il Gip Federica Villano Iovine avrebbe agito nell’interesse personale e non per quello del sodalizio criminale cosiddetto dei Casalesi.
Nel corso dell’operazione sono finite ai domiciliari altre sette persone: Marco Napolitano, Antonio Alterio, Nicola Buonafede, Pasquale Picazio, Michele Tarabuso amministratore unico della Des S.r.l., Frank Maximilien Eusepi, dirigente della società “Servizi Ospedalieri” e Domenico Ferraiuolo, imprenditore già condannato nel processo concluso il mese scorso. Complessivamente però gli indagati sono 24. Per gli altri si procede in stato di libertà in quanto il Gip ha respinto la richiesta di arresto. Si tratta di dipendenti dell’ospedale, di imprenditori e di consulenti. Rispondono, a vario titolo e in concorso, di corruzione, falso in atto pubblico continuato, abuso d’ufficio.
Alfonso Maria Liguori