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Italia, la povertà continua. La situazione nel BelPaese

Condizione di inferiorità economica e, sotto alcuni punti di vista, anche sociale. Disponibilità limitata o insufficiente. Sono queste due le principali definizioni di povertà. Quest’ultima è un qualcosa che, nonostante i piccoli passi in avanti, in Italia continua a esserci e a pesare.

A confermarlo è il Rapporto Italia 2017 diffuso da Eurispes analizzato dai colleghi di Giochi di Slots. Quest’ultimo consiste in un questionario rivolto a un campione di 1084 cittadini, suddivisi per genere, età e provenienza territoriale. Il quadro che ne è venuto fuori è molto negativo. A spiegarlo è il presidente di Eurispes Gian Maria Fara: “L’Italia ha registrato un continuo declino rispetto alle posizioni degli altri Paesi dell’Eurozona sul fronte dell’istruzione, della ricerca e innovazione, mentre il fronte delle imprese è caratterizzato da un alto livello di indebitamento con il sistema bancario”.

Un italiano su quattro dichiara di vivere in condizioni di povertà, il 77,2% degli italiani conosce delle persone che non riescono ad arrivare a fine mese, un giovane su dieci è costretto a continuare a vivere con i propri genitori, il 48,2% non ha i mezzi economici per far studiare i propri figli, la metà degli italiani non è in grado di pagarsi le spese mediche: è questa la situazione nel BelPaese.

Davvero nulla di positivo e per cui sorridere. È vero che, come detto, c’è stato un piccolo miglioramento, ma a dominare è una corsa al risparmio. Tagliati, ad esempio, viaggi, vacanze, pasti fuori casa, parrucchieri, estetiste e spese per animali domestici. Insomma, in un periodo di forti difficoltà sono necessarie delle rinunce.

Ma in queste condizioni quali possono essere i rischi? In primis l’ipotesi di una vera e propria guerra tra poveri. Questo timore arriva dal fatto che continuano a sorgere continuamente nuove povertà. Gente che aveva una casa, un lavoro e che ha perso tutto: questo inizia a essere un grandissimo problema. Tutto ciò è ben messo in evidenza dai dati che fornisce la Caritas. Tra gli italiani che chiedono aiuto la fascia che va dai 40 ai 49 anni raggiunge la cifra del 28,6%, quelli che vanno dai 30 ai 39 anni 25,3%. Dati che invitano a una riflessione importante.

Il Governo è dunque chiamato a intervenire al più presto. Era l’aprile del 2017 quando il primo ministro Paolo Gentiloni ha parlato di reddito di inclusione. Questo però ancora troppo poco, soprattutto se si vanno a vedere i tagli dei fondi al sociale. Qualcosa sembra ancora mancare. La povertà però non aspetta e morde le caviglie. Lo sanno bene i giovani, costretti a lasciare l’Italia o ad accontentarsi dei tanto odiati voucher. Insomma, sembra non esserci più tempo da perdere. Qualcuno dovrebbe saperlo e capirlo.

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