In zone ad alto rischio criminale come quella partenopea chi è a contatto con il pubblico h24 deve essere tutelato adeguatamente: spesso invece si attende il verificarsi della tragedia annunciata per prendere seriamente in considerazione richieste d’intervento presentate magari anni prima, denunce sui rischi corsi da chi è reo solo di svolgere la propria mansione lavorativa spesso a contatto con balordi della peggior risma e con affiliati a potenti clan della camorra.
La situazione in particolare a Napoli è oltremodo complessa: le nuove baby gang composte da criminali poco più che adolescenti costituiscono un serio pericolo per la pubblica incolumità e per quella di chi quotidianamente si trova a dove interagire con certa gentaglia. Individui che hanno ben poco da perdere e per i quali una vita umana vale nel migliore dei casi poche centinaia di euro. Un dato che sicuramente non sfuggirà al Prefetto di Napoli Carmela Pagano: controlli straordinari da parte delle forze dell’ordine sui posti di lavoro, blitz mirati dell’Ispettorato del Lavoro a garanzia degli operatori non sempre tutelati dalle aziende come prevedono le normative vigenti.
Una questione delicatissima che in passato è spesso sfociata in casi di corruzione, collusione e di cattiva gestione da parte di alcuni pubblici funzionari di delicatissime mansioni legate proprio al controllo delle norme di sicurezza sui posti di lavoro. In tal senso i sindacati devono svolgere un ruolo determinante riappropriandosi di un prestigio che negli ultimi tempi è sempre più scimmiottato da una parte dei lavoratori che reputa fiacca e discontinua l’azione delle forze sociali. La sicurezza sul lavoro è un diritto non un’elemosina: lo rammentino i datori di lavoro prima di dover far intervenire, a tragedia avvenuta, la Procura della Repubblica.
Alfonso Maria Liguori