“Classico Contemporaneo” al chiostro di San Domenico Maggiore

Tra le altre messinscene, “Numeri di varietà” di Viviani, Totò, Taranto, momenti che si dipanano tra scenette ed aneddoti

Uno dei monumenti storici di Napoli, quale il chiostro di San Domenico Maggiore, dall’8 al 27 agosto, ospita la rassegna “Classico contemporaneo”, viaggio teatrale che va da Omero a Goldoni, a Rostand, a Sakespeare, toccando gli autori contemporanei come Viviani, Totò, Eduardo, fino a Gaber, Dario Fo e Franca Rame. Un iter, con nuove drammaturgie di lavori conosciuti (e non).




Spettacoli come “l’Iliade” di Omero, (8/8), di cui è stata adottata una lettura leggera, per coloro ai quali abitualmente risulta noiosa. C’è “Edipo/re(make) da Sofocle dove viene usata una rispettosa riedizione. C’è “Mozart”, storia che accompagna lo spettatore in una patologia rara del personaggio; “ ‘O surdate spaccone” da Viviani e dal “Miles gloriosus” di Plauto, nonché “La locandiera G” da Goldoni, (o “Come si innammorano gli uomini”), “Coppia aperta” di Dario Fo e Franca Rame.

Tra le altre messinscene, “Numeri di varietà” di Viviani, Totò, Taranto, momenti che si dipanano tra scenette ed aneddoti; continuando, “Anch’io mi chiamo Recital G” di un fan di Giorgio Gaber e “Cirano, l’ombra del mio naso” storia inalterata dalla scrittura di Rostand.




Ancora, “Caro vecchio Willy, un musical di Giammarco Cesario da “Tanto rumore per nulla di Sakespeare” e “Medeae” di “Euripide”, una sfida tra la cultura dei suoi tempi civilizzata e quella ancora barbara. Questi solo alcuni degli spettacoli, il programma è molto vasto; la chiusura è con “Eduardo,oggipiùcheieriperundomanimigliore”.

Federico Orsini

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