I precari: la spina dorsale del Paese. Persone, uomini e donne, che con incredibile abnegazione lavorano da anni come stagionali nella speranza di vedere presto stabilizzata la propria condizione. In tal senso le grandi aziende, soprattutto quelle in perenne attivo, possono e devono fare la differenza.
Creare lavoro a tempo indeterminato vuol dire consentire a migliaia di famiglie di vivere con dignità senza dovere temere nel tempo per il rinnovo del contrattino a termine che, sia pur significativo, rappresenta “acqua che non disseta”. Dopo un certo numero di anni è più che giusto che onesti lavoratori anelino ad un’assunzione a tempo indeterminato: e non parliamo solo di giovani ma di over 40 e persino 50. Una condizione veramente drammatica: come si possa poi pretendere che una 54enne dopo magari 8, 10 anni di stagionale possa rendere una volta assunto come un 20enne o un 30enne resta poi un mistero tutto da svelare.
E’ facile atteggiarsi a manager, assumere comportamenti arroganti quando dall’altra parte sia ha tutto, ma veramente tutto da perdere. Ecco perché in un Paese civile certe miserabili realtà dovrebbero essere superate da tempo. Politici collusi e corrotti con la peggiore risma di malavitosi danno la nausea a chi fatica a mettere insieme pranzo e cena: gli stessi politici che poi in molti casi si sono persino concessi il lusso di giudicare inoccupati e disoccupati invece di definirsi come meritavano “ladri e imbroglioni” lasciando tra i fischi questa nostra Italia. Sarebbe bello un giorno assistere a scene del genere, ma in proposito restiamo fortemente scettici.
La corda però è tesa al limite: ci auguriamo che il buon senso prevalga su tutto e che il governo centrale prenda seriamente atto della condizione di chi non ha occupazione e degli stagionali che, in molti casi, dato il numero di anni trascorso da precari si autodefiniscono ironicamente (con amarezza) “stagionati”. Della serie: subito nuovi posti di lavoro e contratti a part time a tempo indeterminato per gli stagionali o l’Italia imploderà sotto il peso delle ruberie e dell’inefficienza di chi ha pensato solo a se stesso invece di governare correttamente la nazione.
Alfonso Maria Liguori