Lettere e la solita Santa Maria la Lama, atto terzo.
Ci ritroviamo qui a parlare della solita cosa, della monnezza e dell’incuria, nello stesso luogo, il vicoletto periferico di Lettere.
E, purtroppo, ci tocca notare e far notare che a distanza di cinque mesi la situazione è cambiata. Ma in peggio.
Va detto che non si è fatto nulla, non c’è stata mano umana a peggiorare alcunché. Questa volta additiamo la natura e il suo regolare corso. E’ colpa sua. Poteva fermarsi il tempo a Lettere, no?
Poteva smettere la vegetazione di crescere e riversarsi sulla strada, no? Invece ci si è messa anche la natura, con le sue foglie e i suoi rami sempre in crescita, a ridere di noi, a mostrarci come essa sia in continua evoluzione mentre noi ce ne stiamo lì a girarci i pollici in attesa delle ferie estive.
Cinque mesi fa a Lettere
Era febbraio quando si sottolineava che un tratto, anche breve, della periferia del paese montano veniva abbandonato a se stesso, tra buche e sacchetti di nero lanciati nella vegetazione e lasciati lì. Non veniva fatta nessuna scoperta, nessun grande giornalismo: strada dissestata e decorazioni in nero erano lì prima che se ne scrivesse e restavano lì.
L’intento era quello di sottolineare una distrazione nella amministrazione, ci si aspettava dopo un po’ la messa a posto del luogo, anche per tenere bocca chiusa e mani ferme a chi per la seconda volta tornava in via Santa Maria la Lama e trovava ancora buche e sacchetti.
Non si aspettava certo che sarebbero rimasti nello stesso posto per altri mesi! Questo no.
Ad esser sinceri, me medesima più volte decide di tagliare i tornanti che collegano Lettere con Casola affidandosi proprio alla stradina in questione, sia in auto che a piedi. Risulta comoda, veloce e come me altre persone la percorrono in entrambi i sensi di marcia, essendo anche costeggiata da abitazioni e qualche officina.
Ebbene, dopo qualche settimana, ritorno in via Santa Maria la Lama e velocemente mi accorgo che tutto è verde. “Ottimo – penso – è stata ripulita”.
Cerco i vari punti miei di riferimento, le due segnaletiche apposte sotto la videocamera (la zona dovrebbe essere videosorvegliata), il posto in cui la vegetazione si abbassa ed è chiaro il suono di un rivoletto d’acqua. Ma non trovo nulla.
“Hanno pulito e tolto proprio tutto!”. Inizio a cercare e non devo compiere chissà quali grandi sforzi per capire che fondamentalmente non è cambiato nulla. Non è stato fatto niente. L’unica cosa ad essere aumentata è la vegetazione, anch’essa incolta e lasciata lì a riversarsi sulla strada che appare anche ristretta.
La natura complice dell’inerzia del Comune
Non male, allora. La natura non è incolpabile, la natura è complice. Regge il moccolo a questa inerzia che continua inesorabile e si protrae dalla amministrazione di febbraio a quella di luglio, guidata dalla stessa persona.
Le frasche, le verdi foglie hanno coperto tutto. Anche le videocamere.
Nemmeno con l’avvicinarsi della festa di Sant’Anna, momento topico in cui ogni arteria periferica diventa fondamentale per la circolazione stradale, nemmeno in questa occasione è stato fatto qualcosa. Così tutta la spazzatura parcheggiata in via Santa Maria la Lama ha trovato e trova un po’ di compagnia: i pedoni che salgono e scendono, le auto e le moto. Con strada buia, piena di immondizia e pure ristretta dalla natura che per noncuranza di chi doveva occuparsi della strada, ha usucapito i cigli della strada.
Va apprezzata la coerenza però. Se da cinque mesi quelle buste nere, pneumatici, bottiglie in plastica e altro sono fermi là, nonostante questa testata ne abbia scritto, vuol dire che il Comune non vuole farci scemi e abbindolarci con la messa a posto della strada. Perché sarebbe bastato poco, inviare una volta in questi cinque mesi qualcuno almeno a raccattare l’immondizia, evitando questo articolo.
Qui c’è determinazione nel voler portare avanti una situazione che, se continua ad rimanere così, è sicuramente perché ci sono delle motivazioni a monte che noi, che io, non vediamo.
Forse si sta proteggendo il verde? Per ogni ettaro bruciato dai piromani, qualche altro ramoscello, in qualunque parte della zona, sarà lasciato lì a compensare.
Anna Di Nola