Ancora fuoco e fumo. Ancora a scrivere dell’incendio, degli incendi che stanno devastando le nostre montagne.
Incredibilmente, ci si ritrova ad aggiornare i lettori sulla situazione e diventa complicato ogni volta trovare l’attacco necessario. Si rischia di essere ripetitivi ma ripetitiva e continua è la situazione che sfiora il dramma qui.
Da due giorni, questo è il terzo, il monte Faito va in fiamme.
Da ieri la montagna di Sigliano va in fiamme.
Sull’incendio a Gragnano
A Sigliano la situazione sembrava poca cosa nella mattinata di ieri, tanto che noi abbiamo definito l’incendio domato. Gli elicotteri avevano gettato acqua per parecchie ore e i roghi erano esili, sporadici e non preoccupanti. I velivoli antincendio nel pomeriggio si erano spostati a Faito, dove le fiamme hanno arso il sottobosco per tutta la giornata.
Non l’avessero mai fatto. Il leggero e costante venticello ha issato nuovamente le fiamme laddove il rogo non era stato spento per bene. Con ogni probabilità, pezzetti incandescenti sono stati spostati dal vento e hanno dato vita a decine di focolai indipendenti che in poche ore sono diventati imponenti.
Le fiamme che brillavano su Gragnano erano visibili dalle case, dalle strade e dai paesi vicini.
La pioggia di cenere si è riversata in strada e la notte è stata caratterizzata dalle fiamme che illuminavano il buio mentre l’intero fianco ardeva. Fin dalle prime ore del mattino, sono stati avvistati, e continuano a girare mezzi aerei per mettere un punto alla situazione, ma la vicinanza di Faito e delle fiamme molto più importanti lì rendono il lavoro intermittente.
Sull’incendio su monte Faito
Il rogo su Faito è sorto mercoledì, due giorni fa. I mezzi aerei, due Canadair, che hanno lavorato nella giornata del 2 agosto è probabile non abbiano placato le fiamme. Tant’è che ieri dal belvedere della piazza era evidente il fumo alzarsi e intensificarsi, diventando sempre più corposo. Sarebbero bastati pochi interventi dal cielo aiutati dai volontari sul luogo per chiudere il capitolo rogo a Faito in maniera definitiva.
Impegnati a spegnere il rogo di Gragnano, gli interventi sono stati centellinati. I volontari erano tutti in piazza, fermi ad attendere l’intervento dei mezzi autorizzati per poi supportarli con il loro ausilio.
Per tutta la mattinata e fino al pomeriggio, però, nessun velivolo o altro. Solo nel tardo pomeriggio si sono avuti un paio di voli e qualche scarico d’acqua, abbastanza inutile, giacché non si trattava e tratta di qualche erbaccia andata a fuoco.
Adesso, sono le 13 e si sentono e si vedono velivoli antincendio in azione su entrambi i fronti.
In sostanza, l’intervento del 2 agosto su Faito e quello di ieri mattina su Gragnano si sono rivelati alquanto inutili.Per quanto si vogliano scaricare tonnellate di acqua sulle fiamme, e per quanto il più del lavoro possa essere stato fatto, i roghi sono sempre pronti a riprendere vita.
Laddove un piccolo focolaio resista, basta poco, un filo di vento, per rianimarlo.
E’ evidente che l’intervento massiccio via aerea non è tutto e non può essere definitivo. Occorre la sinergia e la collaborazione con gli uomini a terra che, armati di pompe, possano spegnere ogni piccolo camino.
Anna Di Nola