Ricorre in questi giorni l’anniversario del decesso, all’età di 33 anni, di Vincenzo Viola, dipendente Trenitalia S.p.A., morto folgorato da violente e inesorabili scariche nello svolgimento della sua attività lavorativa.
L’ennesima morte bianca che non ha trovato, a un anno di distanza, ancora risposte e chissà se mai le troverà.
Le indagini sono a un punto morto o forse mai seriamente avviate, nonostante le continue e pressanti richieste dei familiari e dei legali, che attendono di conoscere la dinamica, rimasta a tutt’oggi ignota, e le eventuali responsabilità.
L’operaio stava lavorando alla riparazione di un treno Frecciarossa all’una di notte. Viola era sul tetto del treno, per riparare il pantografo, il braccio che collega il treno con i cavi dell’alta tensione. Incomprensibile l’incidente dato che a quell’ora la corrente ad alta tensione sarebbe dovuta essere disattivata. Infatti le operazioni di manutenzione e di riparazione dei guasti avvengono di notte proprio perchè i treni Etr 500 viaggiano dalle 6 del mattino alla mezzanotte
Attività d’investigazione non compiute nell’immediato, consulenze tecniche mai disposte, ritardi inaccettabili nel deposito della perizia autoptica, reiterati solleciti dei legali e richieste di avocazione al Procuratore Generale sistematicamente disattese: questo il quadro sconfortante di una indagine su di un giovane lavoratore la cui sorte, evidentemente, non interessa a nessuno, se non ai soli familiari, ai quali non resta che elaborare un lutto senza risposta.
Proprio i familiari ricorderanno il tragico evento con due momenti di preghiera.
Il primo avrà luogo il 6 agosto alle ore 23 e 15 circa, presso lo spazio antistante la sede di Trenitalia in via Gianturco a Napoli.
Il secondo si terrà il giorno seguente, 7 agosto, alle ore 19 presso la Parrocchia S,Croce in Santa Maria del Pozzo a Somma Vesuviana.