Giravano a bordo di una Fiat Punto, muniti di cesoie ed arnesi utili a tranciare catene, blocca ruota e/o a manomettere il bloccasterzo degli scooter che prendevano di mira, e sono stati sorpresi in flagranza dalla Polizia di Stato, mentre mettevano a segno un furto.
Rosario Salemme, 43enne del quartiere Bagnoli e Antonio Caccavale, 56enne di Pozzuoli, entrambi pregiudicati per reati di furto e ricettazione, sono stati arrestati, nel tardo pomeriggio di ieri, dagli agenti del Commissariato di P.S. Pozzuoli.
I due sono stati notati da una pattuglia di poliziotti appiedati che, in abiti civili, in occasione della stagione estiva, in considerazione dell’alto flusso di turisti presenti nel porto di Pozzuoli per l’imbarco alle isole di Ischia e Procida, stavano perlustrando i vicoletti che conducono al porto.
Salemme e Caccavale, giunti in Via Dicearchia a bordo di un’autovettura Fiat Punto, si sono piazzati nei pressi di un parcheggio per scooter.
Il 43enne, infatti, disceso dall’auto, al cui interno era rimasto il complice a far da “sentinella”, è stato notato dagli agenti mentre, dopo aver tagliato, con una grossa cesoia, una catena posta a protezione di un ciclomotore Piaggio Liberty, stava tentando di forzarne il bloccasterzo.
L’aver immediatamente allertato una volante in zona, ha consentito agli agenti di precludere ai due ladri ogni possibilità di fuga.
A nulla è servito, infatti, alla vista dei poliziotti il consueto allarme vocale della sentinella: “e, guardie, fuje!”
Gli agenti, con mossa fulminea, hanno raggiunto l’autovettura Fiat Punto aprendo entrambi gli sportelli anteriori e bloccando così i due ladri, prima che potessero allontanarsi.
Salemme e Caccavale, entrambi arrestati perché responsabili, in concorso tra loro del reato, di tentato furto aggravato, sono stati trovati in possesso di numerosi attrezzi, tra cui cacciaviti, tenaglie, pinze, cesoie ma anche caschi da moto, catene e bloccaruota.
I due, dopo una nottata trascorsa agli arresti domiciliari, stamane, processati con rito per direttissima, sono stati condannati alla pena di un anno di reclusione, con il beneficio degli arresti domiciliari, oltre al pagamento di una multa di € 200.