Dopo diverse esperienze all’estero, nel 1999 Bocchia prende le redini della cucina del Grand Hotel Villa Serbelloni di Bellagio dove ancora adesso è Executive Chef dei due ristoranti: “Mistral” e “La Goletta”. Il lavoro di squadra e l’abilità di dirigere comparti distinti per un obiettivo progettato, lo ha portato ad ottenere risultati non comuni. Nel 2002 inventa e lancia il primo menù italiano di cucina molecolare grazie agli studi fatti in collaborazione con l’Università di Parma. Nel 2004 ottiene la sua prima stella della Guida Michelin e nel 2005 il Gambero Rosso consacra la sua una delle venti migliori cucine italiane. E’ stato consulente per Costa Crociere come Corporate Chef Ricerca e Sviluppo. Dal 2013 Ettore Bocchia tiene una rubrica video di cultura gastronomica, “L’uovo di Colombo” sulla rivista online www.ifioridelmale.it. Ed ecco tornare la parola ricerca, che accompagna tutta la carriera di Ettore Bocchia. Il suo approccio alla cucina è infatti scientifico. La sua cucina, semplicemente, si propone di sviluppare nuove tecniche di cucina e di creare nuovi piatti restando saldamente fedele a 4 principi: ogni novità deve ampliare, non distruggere, la tradizione gastronomica italiana; le nuove tecniche e i nuovi piatti devono valorizzare gli ingredienti naturali e le materie prime di qualità; ogni novità deve essere attenta ai valori nutrizionali e al benessere di chi mangia, non solo agli aspetti estetici ed organolettici; creare nuove “texture” progettate a livello microscopico grazie alla conoscenza delle proprietà fisiche e chimiche degli ingredienti.
Dunque una cucina di ingredienti naturali e con tecniche che esaltino la materia prima senza snaturarla. Come dice Bocchia: «se conosci la chimica degli alimenti non occorre usare conservanti chimici né prodotti di sintesi ma solo processi naturali che non snaturano gli alimenti». In questo la cucina molecolare di Bocchia si stacca da quella di altri importanti colleghi. Se questi ultimi usano i principi della cucina molecolare per creare volumi e consistenze spettacolari che diano origine ad esperienze innovative, Bocchia invece usa i processi fisici che ha studiato per ottenere delle implementazioni a livello di qualità del cibo. Così per esempio, dopo lunghi studi con l’Università di Ferrara, è riuscito a scoprire delle applicazioni inedite dell’ “inulina”, una fibra che può essere usata in sostituzione dal 30 al 50% dei grassi normalmente necessari, con grandi benefici per la nostra salute. L’uso dell’inulina in sostituzione di grassi e zuccheri, nonché come stabilizzatore del livello di umidità, consente di ottenere pietanze croccanti che rimangono inalterate anche a contatto di preparazioni cremose. Tra le più rivoluzionarie realizzazioni della ricerca scientifica applicate alla cucina da Ettore Bocchia, ricordiamo in primis l’uso dell’azoto liquido, voluto, non per stupire con la creazione istantanea del gelato, ma perché la cristallizzazione immediata degli ingredienti fa in modo che la percezione in bocca avvenga ad una temperatura ottimale.
La frittura negli zuccheri fusi permette poi di ottenere la cosiddetta “reazione di Maillard” senza l’uso di oli e grassi. La lecitina di soia può essere usata in sostituzione del tuorlo d’uovo, in preparazioni come maionese e pasta fresca, a vantaggio di chi soffre di intolleranze alimentari o livelli di colesterolo alterati. «Quando nelle nostre famiglie si ha un familiare che ha un problema alimentare – dice Bocchia – come la celiachia, oppure il colesterolo alto, o anche intolleranze alimentari oppure il diabete, occorre disporre di tecniche e culture più ampie per approcciarsi alla cucina al fine di preparare pietanze saporite e che si avvicinino il più possibile ai gusti tradizionali degli alimenti, ma soprattutto alle texture, il piacere che proviamo quando assaporiamo il cibo». Sarà così possibile preparare gnocchi e cialde con amidi vegetali che aprono anche ad individui affetti da celiachia un ventaglio di scelte prima inconcepibili.
Harry di Prisco