Prostituzione e camorra: entroiti enormi per le casse del “sistema”

Ormai a Napoli e nell’hinterland è possibile trovare offerte di sesso a pagamento per tutti i gusti e le tasche

Prostituzione e camorra: un binomio sempre attuale che apporta enormi introiti alle casse del sistema. Ormai a Napoli e nell’hinterland è possibile trovare offerte di sesso a pagamento per tutti i gusti e le tasche: compensi che variano da 50 a oltre 1000 euro per le professioniste del sesso in grado di offrire alla clientela ogni comfort.




Rapporti con più partner, anche trans, uso di stupefacenti, prevalentemente cocaina e utilizzo di farmaci per aumentare la capacità amatoria del soggetto. Spietata la concorrenza orientale: numerosi centri per massaggi gestiti da cinesi coprirebbero infatti giri di prostituzione a buon mercato alimentati da giovanissime ragazze dagli occhi a mandorla.




C’è poi un altro circuito, quello delle insospettabili massaie di mezza età che si concedono a pochi eletti presso alberghetti squallidi situati in periferia. Milf: questo il termine con il quale si indicano le cosiddette navi scuola del sesso tanto richieste dai giovani. Infine a vendere il proprio corpo sarebbero anche studentesse universitarie o all’ultimo anno delle superiori: alcune indiscrezioni parlerebbero addirittura di ragazze minorenni pronte a tutto pur di vestire in modo griffato e possedere un sofisticatissimo cellulare.




La camorra percepirebbe una tassa dalle prostitute garantendo nel contempo protezione e trovando location ideali dove esercitare il mestiere più antico del mondo. Il alcuni casi poi alle prostitute sarebbe chiesto di nascondere latitanti, armi e stupefacenti. Questo dato riguarderebbe soprattutto le meretrici sud americane e sarebbe stato in passato più volte evidenziato da informative presentate alla Procura della Repubblica dalle forze dell’ordine.




Ed ecco che allora ricompare puntuale il solito dilemma: riaprire o no, legalizzando la prostituzione, le case di tolleranza? Una questione delicatissima che meriterebbe di essere affrontata nelle sedi competenti con grande obiettività. Una cosa è certa: il business della prostituzione è enorme e ad oggi la malavita organizzata ne trae enormi benefici economici. Della serie: case chiuse si o no, referendum time? Ai governanti l’ardua sentenza.

Alfonso Maria Liguori

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano
Condividi
PrecedenteVolla: provano a rubare uno scooter ma vengono arrestati dai Carabinieri
SuccessivoCastellammare, le opposizioni: “Subito un consiglio comunale sulle criticità”
Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.