Camorra, dopo il pentimento dei Lo Russo è guerra tra baby gang e vecchi clan

Ignoranza, inoccupazione, abbandono da parte delle istituzioni, alienazione sociale sono solo alcune delle cause che hanno determinato nel tempo la nascita di individui senza scrupoli

Dopo il pentimento dei fratelli Lo Russo, capi dell’omonimo clan attivo a Miano, è guerra aperta tra le baby gang e i vecchi clan del centro storico di Napoli per il controllo degli affari illeciti sul territorio. In particolare la decisione di collaborare con i giudici dell’ex ras Carlo Lo Russo, che sembrerebbe realmente intenzionato a cambiare vita per ragioni anche sentimentali, avrebbe scatenato un terremoto nel gotha della mala partenopea.




Troppi particolari scomodi a conoscenza dei cosiddetti “Capitoni di Miano” che una volta rivelati potrebbero costare numerosi ergastoli agli ex alleati e confische di beni, immobili e mobili, oltremodo rilevanti. Radio mala parlerebbe di una strategia del terrore in atto da parte dei sodalizi criminali nei confronti degli affiliati ancora fedeli ai Lo Russo: una sorta di caccia all’uomo, di promessa di sterminio per chi ha commesso l’errore di sventolare ancora la bandiera dei “traditori” del sistema.




La camorra non perdona chi decide di voltarle le spalle: esiste un codice non scritto ma assoluto tra i cosiddetti uomini d’onore che punisce con la morte chiunque violi il sacro vincolo d’omertà. Ignoranza, inoccupazione, abbandono da parte delle istituzioni, alienazione sociale sono solo alcune delle cause che hanno determinato nel tempo la nascita di individui senza scrupoli.




Gente che ammazza per futili motivi senza pensarci due volte, capace di comprare giovani vite per poche centinaia di euro e forse uno scooter avviandole verso il più oscuro dei destini che conduce al carcere o alla morte violenta. Una moto riversa sull’asfalto, un corpo vicino immerso in un mare di sangue, un giovane viso sfigurato: ecco l’epilogo di un sistema di vita scellerato, una scena che più volte chi vive a Napoli e nell’hinterland si è trovato a contemplare incredulo.




Gli inquirenti mantengono alta l’attenzione in città: si temono nuovi agguati, altro spargimento di sangue in una lotta tra bande rivali per il riempimento degli spazi lasciati vuoti dal pentimento di boss del calibro dei Lo Russo. Della serie: sospetto e paura tra i vicoli di Napoli made in camorra.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.